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  • Serena: Moggi? Ti metteva a tuo agio. La lotta scudetto...'

    Serena: Moggi? Ti metteva a tuo agio. La lotta scudetto...'

    L'ex attaccante di Serie A Aldo Serena concede una lunga intervista a Repubblica nella quale parla della lotta scudetto e molto altro: "Immagino una lotta a tre fra Juve, Inter e Napoli. Stimo moltissimo Gattuso, sta facendo solo cose giuste".

    MERCATO - "Inter e Juve, pur con limiti economici, sono entrambe bene attrezzate. Penso che il vero botto di questa sessione sarà l'attaccante bianconero. Per il resto, apprezzo Hakimi e Kulusevski, entrambi destinati a diventare molto forti. Quanto al Milan, sta facendo quello che serve per tornare al suo livello, e giocare già dall'anno prossimo la Champions League".

    ALLENATORI NON TIFOSI - "Ormai è definitivamente sdoganato il tifo. L'iper-professionismo, che viene dall'Nba e in generale dagli sport americani, lascia poco spazio ai sentimenti. I giocatori e gli allenatori oggi sono multinazionali, ogni calciatore è un brand, alcuni di loro sui social network hanno più follower dei club in cui giocano".

    DA INTERISTA ALLA JUVE - "All'inizio, non ero contento. Fosse stato per me, sarei rimasto sempre all'Inter, ma mi davano continuamente in prestito. Ho giocato un derby con addosso la maglia del Milan, e dopo venti  giorni ero di nuovo in ritiro con i nerazzurri. Sono sceso in campo col Toro contro la Juve, e dopo tre settimane sono passato in bianconero. Arrivai a pensare che fosse il mio destino e lo accettai".

    AMORE OVUNQUE - "Quasi ovunque, direi. Al Toro, purtroppo, a un grande amore è seguita anche tanta rabbia. Non mi hanno mai perdonato il passaggio alla Juventus. Ancora qualche anno fa ero allo stadio Olimpico di Torino per una telecronaca e ho dovuto correre per evitare un paio di torinisti a cui non era ancora passata".

    PROCURATORE - "Mai avuto. Ho sempre trattato personalmente i trasferimenti. Così facendo, ho sicuramente perso soldi. Ma ci tenevo a relazionarmi direttamente con presidenti e allenatori. Non volevo essere venduto come una merce, per quel che non ero. Volevo mettere le cose in chiaro: se mi compri, prendi uno che sa stare in mezzo all'area, posso partire anche dall'esterno ma faccio più fatica, soprattutto negli scatti veloci, in ogni caso non mi tirerò mai indietro. Lo ho detto chiaro a Boniperti, Galliani, Pellegrini, Moggi".

    MOGGI - "Per la mia esperienza posso dire che è una persona attenta, che ti mette a tuo agio. Lo incontrai al Torino. Al tempo facevo il militare a Bologna, avanti e indietro fra campo e caserma. Mi mise a disposizione un'auto con l'autista, che mi veniva a prendere direttamente in Emilia Romagna, o che mi caricava in stazione quando scendevo dal treno in divisa".

    LA SUA JUVE - "Se dovessi descrivere le tre grandi del nord? La Juve, ordinata. Sono arrivato prevenuto e sono andato via con dispiacere. Ho trovato una società snella, magazzinieri che erano lì da quarant'anni, un clima familiare. Il primo Milan, ai tempi della Serie B, confusionario. A Milanello per far cassa Farina organizzava matrimoni, mentre noi giocavamo! Ci allenavamo e intanto suonava l'orchestrina per gli sposi. Il Milan di Berlusconi, invece, strepitoso. Non mi viene in mente un aggettivo migliore. Lo staff medico era andato a formarsi a Chicago dai Bulls, che non avevano mai un infortunio. L'Inter di Trapattoni la definirei moderna. Allenatore, società e calciatori erano connessi, uniti, una cosa sola".

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