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  • Signorini: Montella si è involuto, Inzaghi non è un genio

    Signorini: Montella si è involuto, Inzaghi non è un genio

    • Tommaso Signorini, scrittore
    Le squadre somigliano ai loro allenatori, come i cani somigliano ai loro padroni. Le ultime partite di Milan e Fiorentina sembrano rafforzare questo parallelo. 
    La Fiorentina è una squadra fragile e con scarsa capacità di concentrazione. Anche Montella quando giocava era discontinuo, non ha mai, ad esempio brillato in Nazionale forse per problemi di tenuta mentale. La Fiorentina non rende per quanto dovrebbe per la sua incapacità di essere un vero gruppo ma anche per la cronica deconcentrazione e mollezza singoli. Gli errori di Neto (che per un mancato stop ha preso un gol),  di Gonzalo e di Alonso, gli errori nella partita con il Palermo e le altre numerose amnesie di quest’anno, dimostrano che la squadra ed i singoli giocatori non hanno tenuta mentale e forse il loro maestro non è in grado di aiutarli.
    Il Milan invece naviga a vista, di puro istinto; è una squadra volitiva ma se non entra in partita non riesce a cambiare le cose con l’intelligenza tattica del gruppo. Vince solo soffrendo o se imbrocca la partita giusta, negli altri casi naufraga. Probabilmente lo stesso potremmo dire del suo allenatore; volitivo, con grande senso del gol, ma il suo gioco è sempre stato più istintivo che ragionato. 
    Un allenatore senza esperienza per non fallire necessita di una grande squadra, a meno che non sia un genio del calcio. Inzaghi è un buon motivatore ma non è un genio. Pertanto, a meno che il Milan non gli costruisca intorno una grande squadra difficilmente potrà ottenere  buoni risultati.
    Per valutare un allenatore ci vuole tempo, molto tempo. Possiamo dire che è un po’ come valutare un cantante. Molti cantanti, infatti, dopo un periodo artistico ispirato, non hanno l’eclettismo per sapersi rinnovare e scompaiono come meteore. Per gli allenatori è un po’ la stessa cosa. Alcuni allenatori indovinano un periodo fortunato nel quale adottano un modulo che riescono a gestire al meglio, poi una volta esaurita la vena della loro ispirazione non sanno evolversi in relazione ai continui progressi della tattica calcistica.
    E’ chiaro che se un modulo funziona verrà studiato dalla concorrenza per trovare delle contromisure tattiche al fine di neutralizzare la sua efficacia. In tale modo il calcio si evolve ed è necessario che ogni allenatore abbia la versatilità per tenere il passo a questa naturale evoluzione.
    Ci sono allenatori che sembrano molto promettenti ma poi non sanno adeguare il proprio gioco nel tempo. E’ chiaro che per un allenatore l’esperienza è una qualità di notevole importanza, ma l’esperienza si acquisisce negli anni mentre l’elasticità mentale che consente di cambiare quando si rende necessario alcuni ce l‘hanno altri no.
    Ad esempio Montella ha dimostrato di non sapersi evolvere. Il sua modulo ispirato al Barcellona ha funzionato nella Fiorentina anche per le caratteristiche dei giocatori di cui disponeva che vi si adattavano alla perfezione. Appena però gli altri allenatori hanno capito come imbrigliare il suo gioco ed alcuni giocatori fondamentali sono scesi di condizione o sono mancati Montella è andato in crisi.
    Per di più Montella non sa valorizzare i giocatori che non si adattano al suo modulo. Un grande allenatore valorizza i giocatori adattando il suo schema tattico alle caratteristiche dei giocatori di cui dispone. 

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