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  • Toromania: dalla parte di Sirigu. Crocifiggerlo è ingiusto

    Toromania: dalla parte di Sirigu. Crocifiggerlo è ingiusto

    • Andrea Piva
    Errori, papere, una serie di gol del tutto evitabili che sono costati al Torino parecchi punti. Eppure, nonostante tutto, non si può discutere un portiere come Salvatore Sirigu che, negli anni, ha dimostrato di essere tra i migliori d’Europa e non solo della serie A. Nelle scorse tre stagioni ha garantito con le sue parate numerosi punti, mettendoci lo zampino (anzi, le mani) dietro al settimo posto del 2019 e alla salvezza dello scorso anno: nello sport non si diventa forti da un giorno all’altro, allo stesso modo nessuno imbrocchisce all’improvviso, possono però capitare dei periodi storti, stagioni balorde in cui nulla va nel verso giusto. 

    Va inoltre considerato che se si ha compito è quello di difendere la porta, inevitabilmente gli errori diventano più evidenti e anche più pesanti. Dei passaggi sbagliati o dei cross che terminano direttamente sul fondo ci si dimentica in fretta, basta una nuova azione e l’errore finisce nel dimenticatoio. Un pallone che scivola dalle mani o una respinta goffa invece restano nelle menti, soprattutto se causano un gol degli avversari. Crocifiggere Sirigu per questo campionato finora balordo sarebbe ingiusto, anche perché sul banco degli imputati andrebbe messa l’intera fase difensiva del Torino: la partita contro l’Atalanta ne è la dimostrazione. Vero che in almeno due dei tre gol messi a segno dai bergamaschi ha delle responsabilità anche il portiere, altrettanto vero che in tutti tre i casi la difesa granata è stata tutto fuorché perfetta.

    Sirigu deve ritrovare dentro di sé la serenità che sembra aver perduto e in campo ha bisogno di maggiore aiuto da parte dei compagni: solo così potrà tornare la saracinesca che siamo abituati a vedere. Ad oggi il Torino non può permettersi neanche solo di immaginare di poter fare a meno del suo numero 39 per raggiungere l’obiettivo della salvezza.

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