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  • Un cappuccino con Sconcerti: Bernardeschi non è un campione. E chissà se Chiesa lo diventerà

    Un cappuccino con Sconcerti: Bernardeschi non è un campione. E chissà se Chiesa lo diventerà

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    Si parla molto di Bernardeschi. E’ bastata una buona partita contro l’Estonia perché tutti si chiedessero se la Juve lo capisce o lo sacrifica. E quale sia il suo vero ruolo. Diamine, è una buona domanda per ciascuno di noi: che ci facciamo qui? Credo che al calcio si possa attribuire qualunque peccato ma non quello di mentire o di avere molte misure. Il calcio è quello che vedi.

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    Arriva un momento in cui devi smettere di farti domande su un giocatore e accettare la risposta: Bernardeschi è un progetto che non è andato come doveva. Sembrava quasi un campione, ma non è cresciuto ed è stato sopravvalutato. In tutto, nel futuro, nel prezzo, nell’ingaggio. Bravo lui a creare l’occasione. Ma oggi quel progetto non c’è più. C’è un buon giocatore che sa fare cose, che risolverà qualche partita e scomparirà in altre. Non è corretto nemmeno dire che ha deluso. Non aveva fin dall’inizio i mezzi che gli venivano attribuiti. Il campione è continuo, insistente, pignolo. Bernardeschi si è sempre mosso bene, ma si è fermato lì. Come Chiesa, peraltro, di cui ancora bisogna almeno misurare il peso dell’arrivo nella Juve.

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