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  • Benfica, ora Béla Guttmann non fa più paura

    Benfica, ora Béla Guttmann non fa più paura

    • Roberto Ecca
    Il 25 aprile 2022 è una data storica per i tifosi del Benfica: con la vittoria a Nyon contro il Salisburgo nella Youth League, la versione giovanile della Champions League, i lusitani vincono un trofeo internazionale dopo sessant’anni, spezzando così una storica maledizione: la maledizione di Béla Guttmann.

    IL PERIODO D’ORO DEL BENFICA -  La fine degli anni Cinquanta sono segnati dal dominio del Real Madrid nella neonata Coppa dei Campioni: sono ben cinque le edizioni consecutive vinte da Alfredo Di Stéfano e compagni. Nel 1961 e 1962 un’altra squadra si impose nella competizione: il Benfica. Tanti i campioni che giocavano nei “rossi” di Lisbona: Mario Coluna, il capitano Josè Aguas, Antonio Simoes e soprattutto un attaccante ventenne originario dell’allora colonia portoghese del Mozambico, Eusebio, che diventerà uno dei più grandi calciatori di tutti tempi. Dal 1959 l’allenatore è l’ungherese Béla Guttmann, in precedenza allenatore del San Paolo, del Milan e del Porto, con la quale vince un campionato. Grande innovatore, il suo modulo 4-2-4 fece scuola con un calcio sempre votato all’attacco: “Non mi interessano i gol che subiamo, mi interessa sapere che ne segneremo uno in più”, questa era la sua filosofia. Il Benfica con Guttmann in panchina vince anche due campionati e una Coppa di Portogallo, oltre alle già citate Coppa dei Campioni: i tifosi non potevano immaginare che per sessant’anni queste sarebbero state le ultime vittorie in campo internazionale.

    LA MALEDIZIONE -  Una cosa ha accomunato i suoi improvvisi allontanamenti dalle squadre che allenava: le esorbitanti richieste economiche. Infatti, dopo il secondo trionfo europeo contro il Real Madrid, si presentò negli uffici della dirigenza chiedendo un premio pari al 65% del suo stipendio, ma la società rispose no, troppo anche per un allenatore vincente come lui. Ed è qui che pronuncerà le frasi famose ancora oggi: “Da qui a cent’anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa, e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni”. Se la prima parte della sua maledizione è stata esorcizzata anni dopo con il doppio successo del Porto nel 1987 e nel 2004, la seconda è rimasta tale per sei decenni. Le finali perse dal Benfica dal 1962 sono state infatti ben undici: 5 finali di Coppa dei Campioni/Champions League, 3 finali di Coppa Uefa/Europa League e 3 finali di Youth League.

    FINALMENTE! - E così, dopo tante delusioni, i baby lusitani allenati da Luis Castro che in semifinale hanno battuto la Juventus ai rigori, con una netta vittoria per 6-0 portano a casa il torneo europeo giovanile più importante; grande protagonista della partita Henrique Araujo, classe 2002, autore di una tripletta. Tutta la tifoseria delle “Aguias” si augura che sia solo l’inizio di una nuova era di successi internazionali. Sperando che anche da lassù qualcuno possa dare una mano, magari questa volta con una “benedizione” del loro vecchio amico Béla.


     

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