Benitez perfetto, in un mondo imperfetto
Rafael Benitez è il manager perfetto in un mondo imperfetto. Il suo sogno, l'unico, era diventare il miglior allenatore del pianeta. Magari giocando una gara perfetta, ancora meglio.
Rafa vive e respira calcio. Teneva un blog quando era disoccupato, giusto per capirci, dove parlava di tattica, tecnica e molto altro. Un manager che vive da manager tutto l'anno. Ma c'è un problema: non gli piacciono gli oppositori. In tutte le squadre che ha allenato nell'ultimo decennio, ci sono sempre state persone che, ad un certo punto, han detto: "Tutto andrebbe bene se Rafa Benitez riuscisse a fare le cose secondo la volontà di Rafa Benitez". Ma lui non ci sta: l'ultima esternazione contro Abramovich ("Definirmi ufficialmente come allenatore ad interim è stato un errore, mi ha indebolito agli occhi di giocatori e fans") è stato un unicum nella storia del club londinese; nemmeno Mourinho aveva mai osato criticare così apertamente il padrone. Ma vediamo la sua storia recente
Benitez crea un team vincente, con giocatori del calibro di Albelda, Ayala e Mista, vince due volte la Liga, spende milioni ma non è soddisfatto: "Ho chiesto un divano e mi hanno portato una lampada", una frase contro il ds Jesus Garcia Pitarch che è passata alla storia. Un preludio, se volete.Liverpool
L'anno era il 2009. Il Liverpool era primo in classifica. Benitez aveva in squadra gente come Gerrard, Alonso, Mascherano e Torres. Un team che poteva lottare per il titolo, ma ecco che arriva il guastafeste. Gennaio, in conferenza stanza Benitez dice: "Solo Mr Ferguson può parlare di arbitri"; parole di ghiaccio, contro il manager dello United terzo in classifica: "Dite ciao al bad guy", disse riferendosi al tecnico scozzese. Per il Liverpool arrivò uno 0-0 con lo Stoke. Il titolo andò poi allo steso United.
Ha vinto titoli a Valencia, la Champions League al Liverpool, il Mondiale all'Inter. Al Chelsea il flop: ma forse è lui che è il manager perfetto in un mondo imperfetto. O no?