
Cagliarimania: c'era una volta il Sant'Elia inespugnabile
Se facciamo un confronto con le precedenti stagioni, salta immediatamente agli occhi un dato significativo: due vittorie in casa dopo venticinque giornate di campionato è il risultato peggiore da quando il Cagliari è ritornato in serie A undici anni fa. Proprio nel campionato 2004-05 il bottino casalingo era già di otto vittorie; in quella squadra giocava Gianfranco Zola che oggi dalla panchina si trova a dover affrontare una situazione opposta. L’allenatore rossoblù deve trovare con urgenza delle soluzioni per invertire questa tendenza negativa. Restano sei partite da disputare in casa: se escludiamo l’incognita Parma, Lazio e Napoli sono quelle, sulla carta, proibitive, mentre con Empoli, Palermo e Udinese i tre punti sono obbligatori.
D’ora in poi è impensabile attendere di passare in svantaggio per buttarsi in avanti alla ricerca del gol. E’ necessario che la squadra cambi atteggiamento per essere in grado di imporre il proprio gioco; una mentalità più offensiva e determinata sin dall’inizio, oltreché intimorire gli avversari, stimolerà il pubblico a sostenere con maggiore forza ed entusiasmo i giocatori. Se per la permanenza nel massimo campionato è dunque fondamentale non fare passi falsi al Sant’Elia è altrettanto vero che le sfide salvezza più importanti si giocheranno in trasferta, contro Chievo e Cesena. Ma la situazione di classifica non permette di fare distinzioni; ogni partita dovrà essere affrontata come se fosse una finale, a cominciare da domani al Marassi. Contro la Sampdoria la tradizione è favorevole: nelle ultime nove sfide in Liguria, il Cagliari ha ottenuto sei pareggi, due vittorie ed una sola sconfitta.