Ce l'ho con... Rizzoli, i tuoi arbitri non sono all'altezza. Serve una svolta sul Var per non perdere credibilità
C'E' UN PROBLEMA - Rizzoli è stato chiarissimo ieri, in occasione alla sua partecipazione al "Club" di Sky Sport: analizzando alcuni degli episodi più discussi di questo primo scorcio di campionato, ha denunciato il fatto che alcuni dei suoi arbitri abbiano colpevolmente ignorato la presenza del Var in alcune situazioni e che esista un problema di comunicazione e "feeling" tra alcuni fischietti e i colleghi in supporto, piazzati in saletta e davanti ai monitor. Episodi come il clamoroso rigore negato a Perisic contro il Parma o le due topiche di Giacomelli in Milan-Roma (gli inesistenti penalty concessi su Pedro e Calhanoglu) non possono essere tollerate a certi livelli e a poco basta fermare per un paio di turni i responsabili degli errori.
RIGORE O NON RIGORE? - Ci sono poi i consueti casi di interpretazione mutevole di casistiche piuttosto simili: così, mentre Chiffi assegna un discusso rigore alla Lazio contro il Torino per un tocco col braccio di Nkoulou su tiro di Immobile - dopo essere andato a rivederlo al Var - in Udinese-Milan Di Bello sorvola sul movimento piuttosto scomposto di Bonifazi che avrebbe dovuto probabilmente portare ad un rigore per i rossoneri. Anche con le nuove disposizioni più tolleranti sul fallo di mano. In questo caso, nessun fischio e nemmeno nessuna revisione sul campo. Misteri della fede.
PERDITA DI CREDIBILITA' - Rizzoli ha spiegato anche come da quest'anno esista un'ulteriore figura di garanzia come l'ex arbitro Gianluca Rocchi per mantenere i rapporti con i club e provare a chiarire i dubbi di volta in volta, ma, di fronte al ripetersi di determinate situazioni, il problema della credibilità del mondo arbitrale inizia a farsi pesante. Delle due, l'una: o siamo in presenza di persone non adeguate per il compito che è stato assegnato o la ribellione all'introduzione del Var è ormai un fatto conclamato.