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  • Dottor Pontini: 'Higuain a Napoli? Recupero non impossibile. Io...'

    Dottor Pontini: 'Higuain a Napoli? Recupero non impossibile. Io...'

    Italo Pontini, Primario Emerito di Ortopedia al CTO di Torino, e già direttore della Struttura Complessa di Chirurgia della Mano e Microchirurgia del CTO, è stato intervistato da Repubblica: La materia è l'operazione e relativi tempi di recupero di Gonzalo Higuain.

    Dottor Pontini, lunedì Gonzalo Higuain è stato sottoposto ad intervento chirurgico per la riduzione e sintesi della frattura al terzo raggio metacarpale della mano sinistra. Quante possibilità ci sono di vedere il Pipita in campo venerdì?
    "Si parla di un atleta, concetto diverso rispetto a un paziente tradizionale. Ciò nonostante ritengo che per la partita di Napoli sarà molto difficile che riesca a farcela".

    Difficile ma non sicuro...
    "Bisogna valutare che tutto il decorso post-intervento sia corretto, senza condizioni minimamente complicative come gonfiore della mano, dolore del paziente. Servirebbe un andamento perfetto, tenendo presente che dal punto di vista farmacologico hanno limitazioni viste le norme anti-doping".

    Quanto incide l'entità dell'infortunio nei tempi di recupero?
    "Leggendo sui giornali ho appreso che l'intervento è stato fatto in funzione di un'accelerazione della ripresa più che per una necessità assoluta".

    Quante possibilità ci sono, in definitiva?
    "Possibilità remota e dipendente dalle condizioni precedentemente esposte: un normale decorso post-operatorio, che non ci siano localmente condizioni di tumefazione, che non ci siano quadri dolorosi importanti, pur sapendo che la soglia di un atleta è diversa dalla nostra. Potrebbe farcela correndo qualche rischio. Per me non ci sono più del 50% di possibilità che sia pronto".

    Quindi facendolo giocare con il Napoli si rischia il forfait nelle partite a venire?
    "La mancanza di qualche giorno di riposo nella fase post chirurgica può dilungare il fenomeno infiammatorio e quindi rendere un po' più complicata la condizione per i giorni a venire".

    Esclude un nuovo caso Valentino Rossi, che recuperò miracolosamente?
    "Un motociclista se accelera un rientro dopo una problematica fisica, non può avere una prestazione normale. Ci si rivolge a lui come esempio non tanto per la prestazione sportiva, ma per la resa eccezionale a livello di tempistica".

    Come si protegge una mano operata in campo?
    "Bisogna valutare se è possibile a termini di regolamento usare dei tutori protettivi che possano sciogliere psicologicamente l'atleta da un eventuale timore nei contrasti. Ricordo però che atleti del Torino, che avevo curato anni fa, mi avevano espresso l'impossibilità alla protezione a termini di regolamento".

    Quanto si rischia in caso di urto senza tutore?
    "Più che l'urto può essere l'eventualità di una caduta. Il che non comporta tanto il rischio di una rifrattura, ma di un ulteriore fenomeno infiammatorio. Un'atleta, proprio come una persona normale, ha bisogno di un certo periodo per essere tranquilla. Ma il supporto che i medici della squadra daranno sarà assolutamente tale da evitare queste probabilità".

    Se fosse un suo paziente, cosa gli consiglierebbe?
    "Il rischio è che la gara, la movimentazione aumentino il fenomeno infiammatorio, allungando il normale decorso. Pur nell'economia della necessità, io lo farei giocare con l'Olympiacos e non con il Napoli. O comunque con il Napoli lo terrei in panchina in caso di necessità. Sarebbe più prudente, ho letto che hanno tappe importanti, Napoli e poi martedì con i greci".

    Ultima domanda per sgombrare il campo: per quale squadra tifa?
    "Sono nato a Genova e sono tifoso del Genoa. Ho ben altri problemi a cui pensare (ride...)".

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