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  • Hazard, storia di un fallimento 'reale'. Ritiro lontano ma chi ha davvero bisogno di un giocatore così?

    Hazard, storia di un fallimento 'reale'. Ritiro lontano ma chi ha davvero bisogno di un giocatore così?

    • Gabriele Stragapede
    Eden Hazard. Un dolce, quasi commovente, commiato dalla Nazionale belga. Uno dei leader assoluti della Generazione d’Oro dei Diavoli Rossi ha detto addio al calcio internazionale, salutando i propri tifosi allo stadio Re Baldovino di Bruxelles. Un omaggio sentito da parte del pubblico belga per uno dei protagonisti dell’ultimo decennio per il Belgio. “Freed from desire” a tutto volume, hambruger e patatine come ultima cena – passate il termine – l’ingresso in decappottabile e 33 palloncini lanciati nel cielo di Bruxelles, uno per ognuno dei gol realizzati nei suoi 14 anni di Nazionale – dal 2008 al 2022 -. Scarpini al chiodo per i Diavoli Rossi ma non dal calcio in sé. Il futuro di Hazard, infatti, è ancora tutto da decifrare.

    “MI SONO RIPOSATO TRE ANNI…” - Dopo quattro fallimentari stagioni con la maglia del Real Madrid, il giocatore belga deve ancora decidere quale sarà la sua prossima destinazione. E le sue parole al termine di Belgio-Austria – match valido per le qualificazioni ai prossimi Europei e terminato 1-1 – lasciano più di qualche perplessità: "Onestamente, ancora non lo so. Dopo questi tre anni difficili, voglio solo passare del tempo con la mia famiglia, andare in vacanza come tutti… È vero che in questi giorni ho letto molto di me. E un sacco di sciocchezze. Andare al RWDM con mio fratello? Non so se è stupido, vedremo... so che non ti sto dando le risposte che ti aspetti ma, onestamente, ancora non le ho. Detto questo, vi assicuro che sono ancora in grado di fare il calciatore professionista, il mio fisico ce la fa. Ho riposato per due o tre anni, ho ancora energia".

    UN FALLIMENTO “REALE” – Torniamo su queste dichiarazioni: “Ho riposato per due o tre anni”. Una frase che mette in luce perfettamente le stagioni vissute al Bernabeu. Analizziamo alcuni evidenti dati: le fredde statistiche mettono in evidenza un quadro allarmante. Il trascendentale giocatore che aveva messo a ferro e fuoco i campi di Premier a Londra – con la maglia del Chelsea – non è stato altro che una comparsa a Madrid, una figurina inserita nella rosa dei Galacticos. Mai decisivo, mai in forma, mai ritornato sui livelli vissuti in Inghilterra. Il paragone tra le due esperienze è preoccupante: 2 Premier League, 2 Europa League, 1 FA Cup, 1 Coppa di Lega, giocatore della stagione e dell’anno in Inghilterra nel 2015, tutti titoli vinti da protagonisti, come dimostrano i suoi 110 gol messi a referto – più 92 assist – in tutte le competizioni nelle sue 352 presenze con i Blues. E a Madrid? Un palmarès che si è senz'altro arricchito di due campionati spagnoli. 1 Coppa del Re, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Campionato del Mondo per club. Ma sono tutti trofei il quale merito va dato ad altri. Anche perché nelle sue 4 stagioni, ha totalizzato 76 presenze e sole 7 reti, conditi da 12 assist. Un numero davvero misero per un giocatore del suo talento. Nella sua ultima annata al Real ha siglato una sola marcatura in 10 partite. Un percorso mai cominciato e mai portato a termine da Hazard, costato la bellezza di 115 milioni nell’estate del 2019. A questi numeri vanno aggiunti i 78 match saltati per infortunio. Il risultato? Lo svincolo voluto da Florentino Perez un anno prima rispetto alla scadenza naturale del suo contratto – giugno 2024 -. Un finale triste, estremamente diverso da quello realizzatogli dal Belgio. E ora, la domanda sorge spontanea: dove andrà finire Eden Hazard? O meglio, c’è ancora qualcuno che ha bisogno di lui?

    L’INCOGNITA FUTURO – Allo stato attuale dei fatti, nessun club facente parte dell’élite del calcio europeo rischierebbe di sobbarcarsi un ingaggio pesante come il suo - 15 milioni netti a stagione -. Troppi sono i dubbi che vengono alimentati dalla sua condizione fisica e atletica. Ma non solo. La classe mostrata a Londra è ormai un lontano ricordo. Il fallimento su tutta la linea vissuto a Madrid è sotto gli occhi di tutti. E se i top club d’Europa non rischieranno di dare un’ultima occasione a un giocatore al tramonto della sua carriera, dove può andare a finire Hazard? A essere sinceri, non rimangono più di tre opzioni. La prima, caldeggiata dallo stesso belga, è raggiungere il 27enne fratello Kylian al RWD Molenbeek, squadra della Challenger Pro League belga – seconda divisione – neopromossa in Jupiter League, il massimo campionato in Belgio. Nessuna pressione, ritorno a casa e ambiente familiare. Una giusta parola fine alla sua carriera. Opzione numero due: provare a ricongiungersi con l’altro fratello Thorgan, 30enne esterno del PSV. Squadra abituata a competere annualmente per il titolo in Olanda, competizioni europee da poter disputare. L’ultima chance per incidere in Europa. Terza opzione, probabilmente la maggiormente realizzabile per chiudere la sua carriera da professionista: svernare a suon di milioni in Arabia Saudita. D’altronde, nel corso negli ultimi mesi – ma non solo -, il calcio saudita ha già dimostrato di avere fondi illimitati per l’ingaggio dei giocatori, avendo già portato nel proprio roster fenomeni a fine carriera come Cristiano Ronaldo o Karim Benzema – Pallone d’Oro in carica -. La strada più semplice, più comoda e, permettiamocelo, anche più giusta. Abbandonare il palcoscenico europeo, ricoprirsi d’oro e vivere le emozioni di un modesto – per quanto se ne voglia affermare – campionato. La Saudi Pro League è lo scenario maggiormente percorribile per Hazard. Un giocatore che ha deciso di riposare negli ultimi anni e di dissipare il suo immenso talento. Non riprendendosi mai, non tornando mai ai suoi livelli. L’ultimo grande contratto per il belga, l’ultimo sussulto prima di appendere – questa volta definitivamente – gli scarpini al chiodo.

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