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  • Genoa-Samp: 'Ricordi, sbocciavan le viole…'

    Genoa-Samp: 'Ricordi, sbocciavan le viole…'

    • Raniero Mercuri

    "La Dominante dei mari". Questa era Genova al tempo glorioso delle Repubbliche marinare. Riconosciuta a livello internazionale come potenza economica e commerciale ed ammirata per le capacità in battaglia, può dire di aver conservato un po’ di quello spirito anche nei secoli successivi. Anche nel calcio, perché no. Il Genoa dei primi scudetti, poi quello di Bagnoli, Scoglio e gli anni migliori del “Grifone” di Gasperini. Sull’altra sponda, la mente non può che andare alla Samp tricolore di Mancini e Vialli. Ma anche a quella di Cassano e Pazzini, che conquistò l’accesso ai preliminari di Champions League.

    Sabato si affrontano per il primo derby stagionale, penultima di andata. Entrambe navigano a un passo dall’inferno: quart’ultimo il Genoa, solo due punti dal Frosinone, che occupa l’ultima piazza che porta in B. La Samp è poco più su, quattordicesima. Più sei dai ciociari.

    Facile prevedere un derby della paura, proprio nella notte della Befana, pronta a dispensare carbone a volontà a chi uscirà sconfitto dal terreno del Ferraris.

    Il Genoa paga probabilmente una campagna acquisti che ha rivoluzionato e indebolito l’organico rispetto alla scorsa stagione. La Samp invece, sembra più forte nei singoli. È triste dirlo, ammirando Montella, ma l’esonero di Zenga e l’arrivo dell’ex tecnico viola sembra aver creato paradossalmente più confusione di prima in campo.

    Il quadro che ne viene fuori è deprimente. La Genova calcistica vive davvero un momento buio. La storia della città però, ci insegna che è nei momenti più duri che dà il meglio di sé, trovando la forza per risorgere.

    La storia di Genova, come saprete, è piena di musica e poesia. Forse anche malinconia. Ecco, una dolce malinconia. Quella che ci hanno lasciato nel cuore gli splendidi cantautori genovesi nelle loro canzoni. I nomi? Bindi, Lauzi, De Andrè, Tenco, Paoli.

    Interpreti di un’Italia libera e risorta dalle macerie morali del passato. Cantano di un Paese tenero e battagliero, dolce e coraggioso. Termini per molti in antitesi. Non per loro. Non per Genova, città di dure lotte per la libertà.

    "La canzone dell’amor perduto", del mai dimenticato De Andrè e citata nel titolo, racconta proprio questo: la fine malinconica di un grande amore. E, legandola a un pallone, è un po’ la triste storia recente dei due club. Nelle splendide note di De Andrè però, è chiara la spinta a ricominciare, a lottare, a rialzarsi. Questa è "Zena" ragazzi. Ecco forse perché, come cantava Bruno Lauzi, “abbiamo un’espressione un po’ così…mentre guardiamo Genova”.

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