Calciomercato.com

  • Giovinco, gol e fischi:| Tifosi Juve contestarono Zidane

    Giovinco, gol e fischi:| Tifosi Juve contestarono Zidane

    Quanto può durare?
    Giovinco triste: capocannoniere ma lo fischiano.
    Con undici reti è il goleador stagionale bianconero, ma col pubblico non c’è feeling.
    (Corriere dello Sport)
     

    I tifosi della Juve contestarono Zidane: ecco perché Giovinco deve pazientare.
    Quei fischi a Giovinco nascono dalla storia bianconera.
    Sebastian Giovinco se ne faccia una ragione: i tifosi della Juve hanno fischiato perfino Zinedine Zidane. E allora vale tutto, perché criticare Zizou su un campo da calcio è come bestemmiare in chiesa. Non si può, semplicemente. E nulla può giustificare chi lo fa. Giovinco c’è rimasto male anche perché non è la prima volta: arrivare dal vivaio non lo aiuta esattamente come non ha aiutato De Ceglie, preso di mira qualche settimana fa. E nel marzo 2012, quindi due mesi prima dello scudetto, furono sonoramente fischiati Bonucci (oggi un idolo) e Vucinic. Insomma, capita. Ma perché?


    Pretenziosità Detto che succede un po’ dappertutto perché le logiche del tifo spesso sono... illogiche, il popolo della Juve ha delle specificità che è il caso di analizzare visto l’appello di Conte, la rabbia di Giovinco e le polemiche che gonfiano la Rete. Il tifoso della Juve non ha una localizzazione precisa: è dappertutto. E il giorno della partita basta percorrere la tangenziale di Torino in direzione Stadium per accorgersi della variegata provenienza dei pullman: chi affronta viaggi lunghi poi «pretende» di vincere e possibilmente di divertirsi. L’ottimo lavoro tecnico-filosofico di Conte ha sviluppato, ahilui, la pretenziosità del pubblico che (per fortuna) non si accontenta più solo del risultato ma (purtroppo) a volte esagera nel dissenso come se pagare il biglietto fosse il lasciapassare per ogni tipo di sfogo. Il tifoso della Juve che non va allo stadio, invece, è più dolce nei giudizi e ieri sottolineava l’importanza dei risultati per applaudire lo sfogo di Conte e difendere Giovinco (capocannoniere stagionale: giusto ricordarlo, anche per comprendere meglio la sua stizza). Seba, però, si è giocato un’altra fetta di simpatie con quel ditino davanti alla bocca: i contestatori si zittiscono in modo diverso, con il sorriso e i gol decisivi.

    Obbligata a vincere Sebastian aveva quasi 12 anni il 9 dicembre 1998, quando la Juve reduce da tre finali consecutive di Champions ospitava il Rosenborg nell’ultima partita del girone: vincere non bastava, serviva una combinazione di risultati. Allo stadio Delle Alpi c’erano appena 7.174 spettatori: una desolazione che quel gruppo di campioni non meritava. Il tifoso della Juve è storicamente abituato a vincere e per questo si è sempre goduto poco i trionfi. L’anno scorso lo scudetto di Conte è stato celebrato come non era mai accaduto, nemmeno il famoso 5 maggio. Adesso l’allenatore teme che si torni all’antico, che la gente dia per scontate le vittorie anche se il calcio è cambiato e la storia della Juve ha conosciuto pagine nerissime. Ecco perché si è sfogato, salvando solo la curva che non tradisce mai: il gelo del vecchio Delle Alpi lui l’ha conosciuto da giocatore e non vuole provarlo da allenatore. E intanto una cosa Conte può farla: vada da Giovinco e gli racconti che Zidane aveva un modo meraviglioso per zittire i contestatori. Faceva una ruleta e se ne andava via con la palla. A bocca aperta non si può fischiare.


    Altre Notizie