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  • Guberti: 'Alla Samp favoritismi per Cassano, ma era un giocatore fuori dalla logica. Quando ero a Roma...'

    Guberti: 'Alla Samp favoritismi per Cassano, ma era un giocatore fuori dalla logica. Quando ero a Roma...'

    • Lorenzo Montaldo
    La doppia avventura di Stefano Guberti alla Sampdoria ha vissuto due momenti diametralmenti opposti. I primi sei mesi sono stati magici, coincidendo con la cavalcata verso i preliminari di Champions. La seconda stagione, invece, è stata tremenda per il Doria, dal momento che coincise con la retrocessione.

    In blucerchiato però Guberti ha avuto la possibilità di giocare con un certo Antonio Cassano. Già ma, come è Cassano da compagno di squadra? "Ci vuole un libro. Cassano, un po’ per il personaggio che si è costruito, un po’ per come è, è particolare. E’ un ragazzo bravissimo ma quando gli gira la luna storta devi saperlo gestire" ha raccontato Guberti in diretta Instagram con Favole di Calcio. "Calcisticamente è un campione incredibile, poteva fare davvero molto molto molto di più".

    Il problema poteva se mai essere comportamentale: "Gli atteggiamenti a volte non erano corretti, infatti alla Samp il gruppo gestiva questi suoi momenti particolari in maniera diversa. Gli veniva concesso qualcosa in più degli altri. Era un giocatore fuori da ogni logica, quando c’era la partita faceva la differenza, quindi cercavi di tenerlo dalla tua parte. Lui poi aveva una idea: se ti riteneva un buon giocatore, ti trattava benissimo anche in campo e ti cercava. Se invece pensava che non fossi al suo livello, che non lo capissi, diventava un po’ meno morbido".

    Guberti, da ex, segnò alla Roma proprio con la maglia della Samp: "E’ stato bellissimo. Spiego perchè. Io ero di proprietà della Roma l’anno prima, in quella partita famosa dove la Roma ha perso lo Scudetto ero con la Samp, ma sapevo già di dover tornare in giallorosso. L’anno dopo la Roma voleva tenermi, però ho voluto a tutti i costi tornare alla Samp, con cui ci giocavamo i preliminari di Champions. Il gol è stato una soddisfazione, perchè ho dimostrato una cosa. Nonostante a Roma ci fossero tanti giocatori più forti di me, allenandomi al 110% riuscivo a essere al loro livello. Loro magari si allenavano all’80%, c’era quindi comunque un gap perchè erano più bravi di me, ma con l’impegno sono riuscito a diminuire il divario e mi sono ritagliato il mio spazio pur avendo magari meno qualità di altri".

    La parentesi blucerchiata, però, resta forse la più indimenticabile: "La Samp è stata la parte più positiva della mia carriera in Serie A, è lì dove ho reso al meglio, mi sono riuscito ad affermarmi, la gente mi voleva davvero bene, il pubblico mi adorava, i compagni mi trattavano bene, la società che mi voleva. Marassi? A livello di gente c’è più gente a vedere il derby Roma-Lazio, ma a livello di intensità avverti di più quello di Genova, perchè in quello stadio senti il triplo di quello che senti a Roma. E’ tutto attaccato, il pubblico lo senti addosso".

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