Il riferimento di De Laurentiis è tutt'altro che casuale: Sarri, quest'anno punta su Rog!
Rinforzare il Napoli, ma a patto di non rischiare di 'rompere il giocattolo': questa la sintesi del De Laurentiis pensiero, emersa dalla lunga intervista concessa ieri nella redazione de Il Mattino. Da un punto di vista economico, perchè il Napoli non ha il fatturato della Juventus ed i conti devono sempre e necessariamente tornare, ma soprattutto da un punto di vista del progetto tecnico: no ad ingolfamenti della rosa che andrebbero a tarpare le ali al suo sviluppo naturale. Attenzione, dunque, al rischio di soffocare la crescita fisiologica di gente che ha ancora ampi margini di miglioramento e che, per dirla alla De Laurentiis deve ancora esplodere, come Marko Rog. Soprattutto Marko Rog, pupillo del presidente che già era stato pomo della discordia sul piano dialettico tra lui ed il tecnico Maurizio Sarri nella passata stagione. L'esempio del croato, citato ieri da De Laurentiis, non fa riferimento alla parte per il tutto: il riferimento a Rog è specifico e tutt'altro che casuale. Troppo pochi i 591 minuti, frutto di 19 presenze complessive tra campionato e coppe, a fronte dell'investimento estivo da circa 15 milioni e dell'etichetta di enfant prodige con cui il croato si era presentato a Castelvolturno, dopo aver impressionato all'europeo ed aver condotto quasi da solo la Dinamo Zagabria alla qualificazione ai gironi di Champions League. La maggior parte delle attenuanti espresse da Sarri è venuta a sbriciolarsi col tempo: l'adattamento, lo studio dei movimenti, la lingua e l'alimentazione, anche perchè con il passare dei mesi, al di là delle primissime timide uscite, il rendimento di Rog è stato un crescendo. Vedi soprattutto le trasferte di Torino (Coppa Italia) e Roma, dove l'ex Dinamo si era distinto in maniera non indifferente. Rog, a detta di Sarri, ha pagato l'arrivo a fine agosto a cui è seguita prontamente la chiamata in nazionale e quel vizio che ha nel suo bagaglio tecnico che lo spinge a portare un po' troppo il pallone, in una squadra in cui "la palla la si muove, non la si porta". Ma adesso il discorso non regge più. LA CONCORRENZA - Un'attenuante che ancora regge, Sarri in realtà ce l'avrebbe pure: per far giocare Rog, il tecnico azzurro dovrebbe rinunciare contemporaneamente a due tra l'intoccabile Hamsik, l'equilibratore Allan e l'altro astro nascente, Piotr Zielinski, il cui processo di inserimento è stato ben più rapido per caratteristiche e soprattutto per l'apprendistato di Empoli. Nessuno tra questi lascerà Napoli e dunque Rog si presenterà al via della prossima stagione a dover fare i conti con lo stesso tipo di gerarchie. Se è vero però, come lo stesso Sarri ha ammesso, che questo Napoli è difficilmente migliorabile nei titolari, è altrettanto vero che lo è nelle alternative. Alternative che, a partire da Rog, ma sarà lo stesso per Ounas, eventualmente Berenguer, per non parlare del maxi-investimento Milik che va tutelato nonostante uno scatenato Mertens e di mister 25 milioni Maksimovic, sinora una meteora, Sarri dovrà riuscire a coinvolgere maggiormente nelle rotazioni. De Laurentiis dal canto suo continuerà a ribadirlo e a non lesinare anche sollecitazioni pubbliche, per far sì che il messaggio arrivi forte e chiaro: il Napoli ha bisogno di valorizzare tutto il suo parco giocatori e se il presidente e l'allenatore azzurro torneranno a sedersi ad un tavolo per rivedere l'ingaggio del contratto in essere fino al 2020 e l'annosa questione della clausola rescissoria bilaterale, il tema si ripresenterà certamente all'ordine del giorno. Sta a Sarri, già tecnico panchina d'oro, trovare la soluzione che gli permetta di fare quell'ultimo salto di qualità che gli manca per renderlo a tutti gli effetti un top manager europeo. Provare (Rog), per credere.