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  • Juve, è un Ronaldo 2.0: l'evoluzione del campione, così resta sempre dominante

    Juve, è un Ronaldo 2.0: l'evoluzione del campione, così resta sempre dominante

    “Buona condizione fisica, ragionamento del giocatore di scacchi e tocco del pianista”. Queste, secondo Albert Einstein, sono le tre condizioni ideali per un colpo vincente al tavolo da biliardo. Queste, le tre caratteristiche dell’ultimo gol siglato da Ronaldo, sabato contro la Roma. Controllo, sguardo rapido all’angolino e “palla in buca” praticamente da fermo. Che il portoghese sia il marziano del nostro campionato non lo scopriamo certo oggi – e nemmeno con la 68a marcatura realizzata nel torneo o il record di partecipazioni da quando è in Italia – ma la prestazione contro i giallorossi è stata completa sotto ogni aspetto, e per questo gli vale il titolo di MVP della 21a giornata. CR7 è il prototipo dell’Efficienza Tecnica (all’Allianz il suo Indice è stato del 96%), ma già con l’Inter in Coppa Italia era apparso con la mira ben a fuoco. Non solo tecnica e precisione: il 36enne bianconero spicca infatti per la sua intelligenza tattica: non spreca una corsa (K-Movement del 98%), si fa trovare nel posto giusto al momento giusto e quando i compagni gli consegnano la palla sa già dove indirizzarla (K-Solution 97%). La capacità di risparmiare energie (Stress 85%) gli consente di essere sempre lucido e di toccare picchi di Efficienza Fisica del 95% quando viene chiamato in causa. Infine, se analizzando solo i parametri di carico esterno (9km percorsi di cui 1,6 ad alta intensità, il 40% in meno della media squadra) si ha la percezione di una performance di basso profilo, lontana dagli anni dello United in cui la quantità di scatti e allunghi associata ai bassi tempi di recupero lo rendevano inarrestabile sulla fascia, aggiungendo quelli tecnico tattici emerge che il passare del tempo ha modificato i mezzi ma non i risultati. Ronaldo insomma resta un marziano in ogni contesto ed epoca, al di là di come scelga di presentarsi.

    Juve, è un Ronaldo 2.0: l'evoluzione del campione, così resta sempre dominante  

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