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  • Lo scudetto è vinto, ma questa Juve è fragile e vulnerabile. Napoli a testa alta

    Lo scudetto è vinto, ma questa Juve è fragile e vulnerabile. Napoli a testa alta

    • Enrico Maida
      Enrico Maida
    Partita per certi versi romanzesca che il Napoli, sotto di due gol e anche di un uomo, avrebbe meritato di non perdere dopo avere colpito tre pali e dopo aver chiuso la Juve nella sua metà campo per l’intero secondo tempo.

    Lo scudetto non era in discussione e lo è tanto meno adesso che il distacco tra prima e seconda è salito a 16 punti, ma la seconda metà della partita napoletana ha confermato che nella Juve esiste qualche fragilità, che la squadra è tosta ma non invulnerabile. Dico questo pensando alla sfida con l'Atletico Madrid e al rapporto tra Allegri è qualche componente della squadra.

    Allegri ha lasciato ancora una volta in panchina Dybala, che per altro ha accettato la scelta con apparente serenità, puntando su Bernardeschi e confermando la promozione di Emre Can in un centrocampo a tre. Ancelotti ha preferito ancora una volta Milik a Mertens ma tutti i piani napoletani sono evaporati dopo 25 minuti quando Malcuit ha commesso un errore madornale consegnando di fatto il pallone a Ronaldo che stava passeggiando nei pressi dell’area. CR7 si è gettato sul regalo costringendo Meret ad affrontarlo. E qui cominciano le discussioni che si trascineranno fino al prossimo Natale. Ronaldo è rotolato a terra e Rocchi, che non arbitrava la Juve da un anno, ha fischiato la punizione dal limite ma soprattutto ha espulso Meret, provvedimento ineccepibile se il fallo c’è stato veramente. In tutta sincerità, cari amici, questo è un caso tipico che serve a confermare come nemmeno il Var possa essere infallibile. Io, per quanto abbia rivisto decine di volte il replay dell’azione incriminata, non sono riuscito a cogliere il contatto che altri magari avranno visto.

    Pjanic ha completato il delitto perfetto battendo la punizione che ha beffato Ospina, appena entrato al posto del portiere espulso. Ancelotti è stato costretto a escludere una punta e ha scelto di sacrificare Milik. Eppure il Napoli ha avuto l’occasione del pari con Zielinski che alla fine di una lunga galoppata a colpito il palo. Ma è stato un fuoco di paglia perché la Juve ha capito di avere la partita in mano, trovando presto il gol del raddoppio con una zuccata di Emre Can.

    Il fuoco si è a riacceso nel secondo tempo dopo l’ingresso di Mertens al posto del frastornato Malcuit. Pjanic, che era già stato ammonito, si è fatto tradire dall’istinto commettendo un fallo di mano e rimediando il secondo giallo che ha rimesso in parità numerica una gara che si è è riaperta dopo un’ora quando Insigne ha dipinto un assist per Callejon che ha letteralmente infiammato il San Paolo.

    L’assedio è davvero impressionante, la Juve è alle corde, Zielinski coglie un’altra traversa poi, quando mancano dieci minuti alla fine la scena madre. Il Var coglie una mano galeotta di Alex Sandro e Insigne può tirare il rigore della gloria imperitura che un palo dispettoso gli nega.

    IL TABELLINO
    Napoli-Juventus 1-2 (primo tempo 0-2)

    Marcatori: 28' pt Pjanic, 39' pt Can, 16' st Callejon

    Assist: 39' pt Bernardeschi, 16' st Insigne

    NAPOLI (4-4-2): Meret, Malcuit (1' st Mertens), Maksimovic, Koulibaly, Hysaj; Callejon (32' st Ounas), Allan, Fabian, Zielinski; Insigne, Milik (26' pt Ospina). All. Ancelotti

    JUVENTUS (4-3-3): Szczesny, Cancelo (16' st De Sciglio), Bonucci, Chiellini, Alex Sandro, Emre Can, Pjanic, Matuidi, Bernardeschi (40' st Dybala), Mandzukic (29' st Bentancur), Ronaldo. All. Allegri

    Arbitro: Rocchi di Firenze

    Ammoniti: 9' st Cancelo, 32' st Maksimovic, 38' st Alex Sandro, 41' st Koulibaly, 44' st Bentancur, 44' st Allan, 46' st Dybala, 

    Espulsi: 25' pt Meret, 2' st Pjanic

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