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  • Mourinho: 'Abraham, Smalling e Tomori dimostrano agli inglesi che c'è vita fuori dalla Premier'

    Mourinho: 'Abraham, Smalling e Tomori dimostrano agli inglesi che c'è vita fuori dalla Premier'

    • Redazione CM
    Il tecnico della Roma José Mourinho ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sports. Dalla Roma al Chelsea, dal Tottenham ad Abraham, tanti i temi trattati dal tecnico portoghese. 

    IL CHELSEA - "È un momento difficile per la società, lo puoi sentire anche a livello calcistico perché hanno perso eccellenza e stabilità. Ma il momento è così. Preferenze per il cambio di proprietà? Mi chiudo la bocca, so solo che il club ha raggiunto un livello tale che non importa con chi è. Il Chelsea sarà sempre il Chelsea"

    LONDRA E IL TOTTENHAM - "Casa mia sarà sempre a 200 metri dallo stadio, voglio continuare ad ascoltare il suono della felicità. Tottenham? Sono nella maturità della mia carriera e anche della mia vita, non provo rancore. Cerco solo di accettare le cose come sono. Reagisco in modo divertente quando parlo con alcuni giornalisti inglesi in conferenza stampa. Faccio sempre la battuta sulla qualificazione alla finale di League Cup, spero di non essere licenziato questa volta, perché è una cosa che non succede a troppi allenatori. Non ho rimpianti. Non provo rancore. Ci sono tante belle persone nel Tottenham e auguro loro il meglio. Anche a Mr. Levy". 

    LA ROMA - "Alla fine mi ha aperto le porte per essere alla Roma e sono molto felice di essere qui. Certo, mi piacerebbe essere in una posizione di lotta per vincere titoli o di essere in Champions League, dove ho giocato 160-170 partite. A Roma sono amato e amo le persone che ci sono qui. Mi sento parte dell'empatia creata tra i tifosi e il club, me stesso e i giocatori. Sono molto felice".

    ABRAHAM - "Contro il Leicester è stato assolutamente fantastico e in questo momento ci scherzo su e dico che mi rifiuto di lodarlo perché può sempre fare meglio. Tammy sa quanto sono felice. Sa quanto amo il ragazzo e il giocatore e sono orgoglioso di quello che stiamo facendo. Pretendo tanto da lui perché può fare bene".

    GLI INGLESI IN ITALIA - "Non credo sia una decisione facile per un giovane giocatore lasciare il suo club, la sua casa, la sua città, il suo paese e lasciare la Premier League, che è ovviamente una competizione che un giocatore fa fatica a lasciare. Tammy ha scelto questa opzione e penso che l'abbia presa perché si fidava di me.  E' tornato in Nazionale ed è amato alla Roma. Non dico che ha smentito tutti, perché penso che tutti sappiano che è un buon giocatore e penso la stessa cosa di Smalling e Tomori. Queste esperienze dicono ai ragazzi inglesi che c'è vita fuori dalla Premier League. In Italia c'è una vita che li rende giocatori ancora migliori".

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