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  • Napolimania: 4 rimonte in 10 partite, le stesse degli interi due anni precedenti

    Napolimania: 4 rimonte in 10 partite, le stesse degli interi due anni precedenti

    • Marco Giordano
    Sabato scorso, contro l’Inter, il Napoli non era riuscito a prendersi la nona vittoria consecutiva in campionato, in compenso si è andato a prendere a Genova la nona di fila in trasferta. Il miglior rendimento esterno della storia del club fotografa la crescita esponenziale dell’armata Sarri sotto l’aspetto della personalità e della convinzione, figlie di un’identità di gioco assimilata talmente a fondo da rendere ormai secondario lo stadio e l’ambiente presso cui la si va ad applicare. Aspetto caratteriale esaltato ulteriormente dall’elemento della reazione, l’ennesima che il Napoli ha dovuto mettere in campo partendo da situazione di svantaggio come già visto a Ferrara e a Roma, contro la Lazio, oltre che alla prima al San Paolo contro l’Atalanta.
     
    DI RIMONTA - Il perfezionista Sarri le false partenze non vorrebbe proprio vederle, ma osservate dal nostro punto di vista esterno offrono la possibilità di pesare ulteriormente la consistenza di questa squadra e di analizzarne i notevoli passi in avanti sul piano della mentalità. D’accordo il calo di tensione nel secondo tempo, Sarri fa bene a rimarcarlo al termine della partita, è il suo lavoro tenere tutti sulla corda, ma ad un Napoli reduce da un ciclo così infernale e parso in irrisorio controllo della partita ad un certo punto gli si può anche perdonare un piccolo black out che non ha impedito di portare a casa i tre punti, unica priorità in questo tipo di partite. Gli azzurri hanno già vinto quattro volte di rimonta in questo campionato e siamo soltanto alla decima partita. Ne aveva rimontate lo stesso numero nei due anni precedenti. A Genova sarà pure mancato quel pizzico di cinismo apprezzato in altre occasioni, ma ci sono tante attenuanti e la vea crescita nella mentalità sta nel fatto che questa squadra, anche nelle difficoltà, non perde mai nervi e calma, non va mai in escandescenza e continua a proporre il proprio calcio in qualsiasi situazione di punteggio con la convinzione di chi sa che prima o poi il risultato lo porta a casa.

    TABU’ SFATATI E DA SFATARE – Va detto però che il divario tra le squadre d’alta classifica e quelle della parte destra della stessa è veramente ai massimi storici. Alcuni record vanno comunque contestualizzati e ridimensionati. Tuttavia Sarri non aveva mai vinto a Marassi contro il Genoa. Con il Napoli nei due anni precedenti non ci aveva addirittura mai segnato ed il Genoa, con Fiorentina e Juventus, era l’unica squadra che il Napoli di Sarri non aveva ancora mai battuto lontano dal San Paolo nei due anni precedenti. Ecco, Firenze si vedrà, ma a questo Napoli corsaro manca ancora il vero grande risultato, quello in casa della Juventus. Uno Juve-Napoli al 22 aprile potrebbe assumere sempre più i connotati di una finale scudetto. Un po’ perché il divario tra grandi e piccole di cui su renderà gli scontri diretti sempre più decisivi, un po’ per l’aspetto simbolico: negli anni dei 6 scudetti bianconeri il Napoli è stato sempre travolto allo Stadium, prima di Sarri, ed è sempre caduto nel momento topico, in era Sarri. Come non ricordare il gol di Zaza del febbraio 2016 che tolse al Napoli quel primato durato più di un mese, il più lungo prima dell’attuale, nell’anno in cui gli azzurri assaporarono il sogno scudetto come mai dal 1990. Di tabù il Napoli di Sarri ne ha sfatati a decine, di settimana in settimana, e presto resterà soltanto quello.

    ROSA E TURNOVER – In settimana se n’era parlato tanto, dopo un po’ di affanno mostrato contro l’Inter e soprattutto dopo le parole di Maradona. Sarri ha detto di non sposare tesi frettolose ed approssimativamente giornalistiche, come lui le ha definite, però si è tradito con alcune sue considerazioni, probabilmente senza volerlo: ha ammesso di aver minacciato Zielinski di fare maggiore attenzione alla fase difensiva, perché altrimenti con Hamsik non può più giocarci, come molti di quei giornalisti avevano evidenziato e si è detto particolarmente amareggiato di non aver chiuso prima la partita soprattutto perché questo gli avrebbe permesso di risparmiare mezzora ad alcuni sui giocatori, di quelli un po’ più importanti degli altri. Il messaggio è chiaro, e non va in rottura con quanto si era detto in settimana, anzi. Il Napoli sta facendo qualcosa di enorme, più grande e più vasto probabilmente di quanto non lo sia la rosa a disposizione e tutti devono fare la propria parte per far sì che il sogno continui, in Italia e in Europa. Una mezzala offensiva deve riscoprirsi più completa di quanto non si creda, perché è lui secondo l’allenatore l’unica alternativa a disposizione ed allora deve essere all’altezza. Alcuni giocatori non potranno riposare mai dal primo minuto ed allora bisogna metterli in condizione di farlo nell’ultima mezzora. Giovani provenienti dall'Empoli, dall'Udinese e dal Bologna dovranno ragionare da ex Barcellona, Manchester United e Bayern Monaco. Non c'è altra via d'uscita, bere o affogare. L’arte dell’arrangiarsi, d’altronde, è notoriamente nata a Napoli.
     
     

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