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  • Ancelotti maestro, si può giocare un grande calcio anche gestendo la rosa

    Ancelotti maestro, si può giocare un grande calcio anche gestendo la rosa

    • Marco Giordano
    Carlo Ancelotti dice che non è stata la partita perfetta: e forse ha anche ragione. Perché se questo è il suo Napoli allora è vero che nessuna gerarchia deve sentirsi cristallizzata, che altre grandi notte di Champions, anche lontano dal San Paolo sono possibili, anzi sono entrate già di diritto nella mente dei suoi calciatori e nelle speranze di una tifoseria ha bisogno di queste emozioni per metabolizzare definitivamente la grande amarezza della scorsa stagione. Soprattutto perché se nella casella “tiri verso lo specchio” sotto la colonnina del Liverpool campeggia uno zero grosso così, allora significa che la dimensione europea del Napoli è importante e la gestione Ancelotti è già entrata nel suo vivo. Quella che si è vista contro il Liverpool è una squadra che ci crede, una squadra che ha superato l'impasse mentale patito contro la Juventus, che cresce nella convinzione così come vuole Ancelotti.

    LA VITTORIA DI CARLO - È stata un successo determinato dalle mosse di Ancelotti: da Maksimovic quarto a destra ad Hamsik in regia con il compito di saltare sistematicamente la prima pressione dei Reds. Alla mezz'ora il capolavoro con l'inserimento di Verdi e Mertens che ha logorato definitivamente la fase difensiva degli uomini di Klopp, tagliando fuori Salah, Firmino e Mane senza lasciare ai tre uomini che terrorizzano la Premier lo spazio di inventare. La capacità di mutare idea tattica, non solo il modulo fa tutta la differenza, accanto alla forza di non regalare nulla all'allenatore avversario, annichilito nella incapacità di leggere la partita.

    QUALE FUTURO - Dopo il ko di Torino, un'altra sconfitta, soprattutto se condita da una performance incolore, avrebbero potuto condizionato il trend di una stagione. La notte contro il Liverpool, invece, può cambiare l'evoluzione della stessa. Ancelotti lo ha ripetuto ieri sera di quanto il coraggio di credere nei propri mezzi sia fondamentale per questa squadra. Ed è proprio questo ciò che deve restare del gol di Insigne ad Alisson: la certezza che il Napoli passi il turno non c'è, ma qualunque sia la competizione da affrontare questa rosa, ora, può ripartire da consapevolezze diverse. Si può giocare un calcio meraviglioso anche gestendo la rosa, si può prescindere dai moduli per la valorizzazione dei singoli, bisogna cementarsi ancora attorno ad un allenatore che ieri ha dimostrato, con la solita grande serenità, di essere tra i primi cinque al mondo su una panchina.

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