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    Napolimania: con Pavoletti e senza Gabbiadini, è il mercato di Sarri

    Napolimania: con Pavoletti e senza Gabbiadini, è il mercato di Sarri

    • Fabio Mandarini
    Un po' di contorni e poi il piatto forte: Pavoletti per Gabbiadini. Il mercato di gennaio del Napoli è stato questo: l'acquisto del primo giorno e la cessione dell'ultimo. Un attaccante per un attaccante: è arrivato un uomo d'area puro di 28 anni, come piace a Sarri, ed è andata via una seconda punta di 25 anni capace di giocare anche esterno a destra, come piace a De Laurentiis. Sì, tutto sommato è stato il mercato di Sarri: dell'uomo in tuta, più che dell'uomo in giacca. Del campo e non della scrivania. Delle esigenze tecniche e del tecnico, più che di quelle societarie (anche se il Gabbia, alla fine, è andato via alle condizioni del presidente). Il dibattito del bene e del male è già aperto, un classico, ma al di là del talento innegabile di Gabbiadini resta la realtà: Manolo, il tecnico e la sua filosofia tattica non sono mai, ma proprio mai riusciti a camminare a braccetto. E ciò significa che, dopo due rinvii, le panchine e il rifiuto di schierarlo al posto di Callejon anche solo in amichevole, il suo addio era ormai diventato necessario: innanzitutto per le sue esigenze di giovane e ambizioso, e poi per quelle di Sarri. 

    CESSIONI INEVITABILI - E allora, l'epilogo annunciato. Annunciato tante di quelle volte che quasi quasi stava per sfumare anche questa volta: "Cessione bloccata", l'input di De Laurentiis dopo il pareggio con il Palermo, ma poi lunedì, a mente fresca, Gabbiadini è stato lasciato libero di legarsi al Southampton, coronare il sogno Premier e, soprattutto, inseguire la continuità perduta da troppo tempo. Nel 4-3-3 di Sarri, che lo vedeva esclusivamente centravanti, per lui non c'è mai stato troppo posto: prima Higuain, poi Milik, poi il falso nueve Mertens e alla fine l'acquisto in larghissimo anticipo di Pavoletti. Basta così, inevitabili i titoli di coda: Manolo è forte, forte sul serio, però ormai da queste parti l'aria s'era fatta difficilmente respirabile e per lui, e per le idee del tecnico, probabilmente sarà meglio così. Il Napoli, dal punto di vista strettamente economico, ci ha perso rispetto all'estate, quando avrebbe potuto incassare 25+3 dall'Everton, ma di questo passo, a lungo andare, anche i 17 milioni più 3 di bonus versati dal Southampton sarebbero diventati una chimera. A bilancio, comunque, è stata annotata una plusvalenza: Manolo, infatti, fu acquistato per 14 milioni. Anche la cessione di El Kaddouri all'Empoli per un milione e rotti, sebbene leggermente dolorosa sotto l'aspetto del bilancio, era ormai assolutamente inevitabile: uomo spogliatoio, sì, però fuori dai radar, senza rinnovo, imbottigliato in un centrocampo già intasato e anche incavolato per essere stato confermato e poi escluso dalla lista Champions. Di contorno, infine, le cessioni in prestito del centrocampista Gnahoré al Perugia; del portierino Contini al Taranto; dell'attaccante Negro al Latina e soprattutto del talentuoso trequartista Roberto Insigne, ancora al Latina. La chance per il fratello d'arte era dovuta: i cinque mesi di tribuna e casa sono stati un peccato mortale.  

    IL COLPO - In entrata, invece, il Napoli ha preso un esterno destro d'attacco diciassettenne (Zerbin dal Gozzano) e uno appena maggiorenne (Leandrinho dal Ponte Preta); un esterno destro difensivo diciannovenne (Delly Marie-Sainte dal Prato); e un centravanti di 28 anni fatto e formato dal Genoa. Il suddetto Pavoletti: l'uomo che voleva Sarri, nonché l'unico dei nuovi arrivi pronto a contribuire in campionato, Champions e Coppa Italia. Ovvero: il presente e non la prospettiva. Reduce da un lungo stop per un problema a un ginocchio rimediato a novembre con la Lazio, Pavoletti ha debuttato con lo Spezia in Coppa Italia e poi Sarri lo ha lanciato dal primo minuto nei quarti con la Fiorentina. Dimostrando non solo di averlo voluto, ma di crederci un bel po'. La forma non è delle migliori, s'è visto anche con il Palermo, ma quando avrà ritrovato il ritmo allora tornerà utilissimo: con Pavoletti, attaccante dalle caratteristiche differenti dagli altri colleghi di reparto, Milik compreso, il Napoli s'è assicurato una soluzione valida e certamente più adatta alle idee del suo allenatore. Un'operazione costata, tra base e bonus, più o meno 16 milioni: uno meno della sola base di Gabbiadini. Società sempre molto attenta.

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