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  • Pres. Piemonte contro Conte: 'Stadium più sicuro di un supermercato, la Juve era più pronta degli altri club'

    Pres. Piemonte contro Conte: 'Stadium più sicuro di un supermercato, la Juve era più pronta degli altri club'

    Niente da fare per la Juventus, che esattamente come il resto delle società italiane dovrà adeguarsi alle ultime disposizioni contenute nell'ultimo Dpcm approvato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla riapertura degli stadi, che non avverrà prima del prossimo 7 ottobre. Per il club bianconero, che si era speso in prima persona muovendosi di comune accordo con la Regione Piemonte per stilare un protocollo di sicurezza per accessi contingentati allo Stadium, sfuma dunque la possibilità di avere almeno una parte dei propri tifosi in occasione del primo big match casalingo di campionato, la sfida col Napoli del prossimo 4 ottobre.

    E a confermare lo stato di amarezza per le decisioni assunte dal Governo è stato il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che ha parlato in questi termini a Tuttosport: "Ho sentito le valutazioni del Presidente Conte, che sono difformi da quelle che aveva espresso il Ministro Spadafora. Non è la prima volta che assistiamo ad una diversità di linea di condotta. Ma ho anche constatato che c’era disunione tra le società di calcio: non tutti erano pronti come la Juventus. Ho parlato con il presidente Agnelli i primi giorni di agosto, dopo il decreto di inizio mese, e i nostri uffici hanno lavorato alacremente e prodotto un dossier ben fatto. Lo abbiamo trasmesso a Roma. Non tutte le altre società d’Italia hanno dimostrato pari vivacità". 

    PEGGIO AL SUPERMERCATO - Cirio ha poi delineato quelle che erano e rimangono - a partire dal 7 ottobre - le norme di sicurezza pensate per l'accesso in sicurezza allo Stadium: "La partita di calcio è già di per sé un momento delicato e quindi sottoposto a misure di sicurezza straordinarie. Basti pensare che mentre osservi l’incontro c’è gente che passa il tempo a guardarti: gli steward, che danno le spalle al campo. Quindi stiamo già parlando di una situazione molto presidiata. Ora si tratta di declinare questo presidio per garantire la sicurezza e l’osservanza delle norme anti-contagio. Stiamo parlando di uno stadio da 40mila persone in cui metti neanche 8mila tifosi. Il numero esatto è di 8.500 unità, ma sono considerati i calciatori, lo staff, i giornalisti. Dunque si scende a 7.500 tifosi circa. Il nostro piano prevede l’ingresso scaglionato: per cui se Alberto Cirio è atteso alle 19.40 e arriva 10 minuti dopo, non entra più. Anche durante afflussi e deflussi è possibile evitare assembramenti. Tutti gli ingressi dello Stadium divisi per 7mila persone: vuol dire neanche mille persone a gate. Capite perché dico che è più facile che si crei assembramento in un supermercato?". 

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