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  • Rafinha è appena arrivato, ma è l'unico da Inter: Spalletti si aggrappi a lui

    Rafinha è appena arrivato, ma è l'unico da Inter: Spalletti si aggrappi a lui

    • Alessandro Di Gioia
    Rafinha è appena arrivato nell'Inter, ma Luciano Spalletti non può già più fare a meno di lui: è questo il canovaccio che è trasparito dal match disputato ieri sera a San Siro dai nerazzurri e pareggiato per 1-1 contro il Crotone dell'ex Walter Zenga. Era la prima volta per Rafael Alcântara do Nascimento, tuttocampista brasiliano di passaporto spagnolo figlio di Mazinho, davanti al suo nuovo pubblico. 

    ABITUATO AI GRANDI PALCOSCENICI - Il classe '93, in prestito dal Barcellona, è subentrato al 64' ad uno spento Antonio Candreva, dando subito impressione di una personalità e di una tecnica fuori dal comune, ma soprattutto facendo subito intendere di sapere alla perfezione cosa fare, situazione non comune attualmente nella rosa dell'Inter: mezz'ora di assoluto livello, con ben il 93% dei 38 palloni giocati in maniera utile e una corsa lenta ma sicura, che ha fatto passare qualche nube sulle ipotesi di una condizione fisica non accettabile dopo l'infortunio che lo ha tenuto fuori per 9 mesi. Un ingresso non semplice nel mondo nerazzurro: tra i mugugni dei tifosi, stufi di una squadra che non vince da due mesi, e la quadratura tattica del Crotone, che si era chiuso alla perfezione dopo avere trovato il gol del pareggio con Barberis, l'ex Barcellona ha gestito al meglio palloni scottanti, spaventando Cordaz con un tiro dalla distanza e proponendosi per diversi inserimenti. 

    LA DIATRIBA TATTICA - InIzialmente posizionato da Spalletti come trequartista in un 4-3-1-2 con Perisic ed Eder come attaccanti, ha mantenuto lo stesso ruolo nel 4-2-3-1 subentrato con l'ingresso di Karamoh: quel che conta, oltre i numeri che lasciano il tempo che trovano, è la centralità affibiatagli da Spalletti nel progetto tecnico e tattico, quasi un alter ego dell'altro cervello di squadra, l'abulico Borja Valero delle ultime gare. All'occorrenza trequartista, dotato di un mancino sopraffino, può diventare il regista offensivo della nuova Inter di Spalletti, anche se non ha caratteristiche da incursore e non ha il gol facile. Nonostante sia appena arrivato, o forse proprio per questo, gioca con il cervello libero da pressioni ed è il solo a verticalizzare dopo massimo uno-due tocchi: sembra l'unico da Inter, Spalletti ora più che mai deve aggrapparsi a lui. Già a partire dalla sfida al Bologna.

    @AleDigio89
     

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