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  • Sabatini: Mourinho, hai visto Salah?

    Sabatini: Mourinho, hai visto Salah?

    “Sorry, Mourinho: do you remember Salah?”. Di questi tempi leggo giornali, giro siti e “vedo ggente” (cit. Nanni Moretti). Insomma, non fo quasi nulla. E nulla trovo contro il Chelsea che ha venduto, quasi regalato, Salah. Why? 

    Cercare una critica su Mourinho è tempo perso: giustamente per la sua storia, ma non per la cronaca. Lui che era “Special One” e “non è pirla”, ha voluto il ventisettenne Cuadrado a tutti i costi: 35 milioni. E ha liquidato il ventitreenne egiziano, che la Fiorentina pagherà 16 milioni neanche subito, nel 2016.

    Sul Corriere dello Sport di oggi, edizione romana, c’è un gigantesco fotomontaggio in prima pagina: in maglia giallorossa, Salah! E l’accento della critica va su chi è arrivato al suo posto: Doumbia e Ibarbo. Niente fotomontaggio in copertina ma stessa storia per l’Inter, che aveva puntato proprio l’egiziano prima di scegliere Podolski e Shaqiri. In Inghilterra, no. I tabloid spaziano su tutto e si sfidano a colpi di gossip, ma senza sfiorare Mourinho. Come se ci fosse un correttore automatico su ogni tastiera: “Don’t touch my Mou”.

    Potere del fascino e della carriera. Allegri porta ancora sulle spalle il “no” (che era di Berlusconi) a Pirlo, e nessuno gli ha appuntato una medaglia sul petto per il “no” a Galliani che un giorno gli propose Ze’ Love. A Mourinho nessuno ricorda che l’Inter del Triplete schierava Sneijder e Lucio, nei posti che lui aveva riservato per Deco e Ricardo Carvalho. Perché sono i vincitori, che scrivono la storia. E certo non da oggi.

    Oggi stravince la Fiorentina con il “Messi d’Egitto”, soprannome peraltro precedente il delirio attuale dei tifosi viola. E vince pure il Wolfsburg con il talentuoso belga De Bruyne, altro scaricato dal Chelsea. Ma non perde Mourinho, e non se ne capisce il motivo. Forse per una spiegazione tattica: come sostengono i discepoli di Sacchi, Salah sa giocare solo in ripartenza. E’ il suo limite, dicono. Mah… Sarà vero? E poi: ma anche Cuadrado non è in realtà un gran contropiedista e basta?

    Domande a raffica. I punti interrogativi non si pagano, please. E l’esempio dovrebbe arrivare proprio dall’Inghilterra, dove i giornalisti vengono guidati dalle cinque “W”: what, when, where, who e why. Per semplice curiosità e senza essere irrispettosi, si può chiedere a Mourinho “what è per lui Salah”, “when ha scelto Cuadrado al suo posto”, “where è la sua posizione migliore in campo”, “who ha deciso di venderlo”. E alla fine, se Josè è ancora lì seduto che risponde, anche uno sbrigativo: “Why?


    Sandro Sabatini (giornalista Sky Sport)
    Web: sandrosabatini.com - Twitter: @Sabatini - Facebook: SandroSabatiniOfficial

     

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