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  • Samp, Osti a 360°: 'Maxi Lopez può restare. Su Mihajlovic...'

    Samp, Osti a 360°: 'Maxi Lopez può restare. Su Mihajlovic...'

    Il direttore sportivo della Sampdoria Carlo Osti ha rilasciato una lunga intervista al sito Repubblica.it. 'Non pensavamo neanche noi che fosse possibile avere 41 punti a due mesi dalla fine del campionato - ha spiegato il dirigente blucerchiato -. È stato fatto un lavoro straordinario da parte di Mihajlovic e del suo staff: ha stupito un po' tutti anche a livello nazionale, gli addetti ai lavori ogni tanto mi chiamano per chiedermi cosa sia successo. Le altre squadre davanti a noi e più o meno della nostra fascia, come Parma e Atalanta, hanno avuto un percorso lineare, sempre con lo stesso allenatore. Noi invece abbiamo cambiato in corsa, eppure ora siamo molto vicini. Arrivato Mihajlovic la mentalità è cambiata, fin da subito; tra me e lui il rapporto è schietto e sincero. Sono sicuro che con questo allenatore giocheremo tutte le partite per vincere. Dopo la sconfitta di Bergamo... non penso che i giocatori tengano a vedere la partita con l'Atalanta tutta l'estate. L'espulsione di Mihajlovic contro la Fiorentina? È facile valutare seduti in poltrona, bisogna vivere la partita, che è un frullatore di emozioni e di tensioni. Non mi sento di giudicare, mi spiace solo per l'espulsione. Mi ha stupito come sul mercato Mihajlovic non abbia mai preteso niente. Sapeva che la Sampdoria avrebbe potuto fare un certo tipo di operazioni e non si è mai lamentato. L'unica cosa che mi ha chiesto è stato sfoltire la rosa. Il suo futuro? La domanda è da fare all'allenatore, e comunque sul tema ha già parlato il presidente: c'è un contratto fino al 2015, abbiamo raggiunto la salvezza pochi giorni fa, ci vedremo nelle prossime settimane. Ad oggi non c'è stato neanche il tempo materiale per farlo. Il cambio fra Sagramola e Remondini nell'organigramma? Sotto l'aspetto tecnico, almeno in questo momento, non è cambiato niente. Teniamo presente che gli avvicendamenti societari sono avvenuti da pochissimo'.

    'La Sampdoria la scorsa estate non aveva mai detto che avrebbe comprato undici titolari - ha chiarito Osti ripensando all'inizio della stagione 2013/14 -. Della squadra che si era salvata con Delio Rossi non avevamo confermato soltanto Estigarribia e Romero per scelta tecnica, Icardi e Poli per ragioni di bilancio. Tralasciando i cambi di modulo, al posto loro sono arrivati giocatori oggi titolari, come Regini e Gabbiadini, oppure promossi come Da Costa. Allo stesso abbiamo abbassato l'età media, ora siamo la seconda squadra più giovane della serie A. Si sa benissimo che con i giovani serve un po' di tempo per farli crescere. Prendiamo Fornasier: pensavamo di mandarlo a fare esperienza in serie B, alla fine ci è venuto comodissimo, ancora una volta grazie al mister. Invece di prendere un ragazzo esperto abbiamo un giovane di grandi prospettive, che non ci costa una fortuna. Il mercato di luglio è stato considerato negativo per i risultati di inizio campionato, ma il tempo ci ha fatto capire che con un altro modulo e un altro allenatore il cammino sarebbe stato diverso. Certamente abbiamo fatto degli errori, chi non li fa? Ma non bisogna dare giudizi sommari. Wszolek verrà fuori, sta facendo fatica con la lingua italiana ma si sta ritagliando il suo spazio. Bjarnason ce lo aspettavamo un po' più pronto, esordire nel derby d'andata non l'ha aiutato, ma a Sassuolo ha giocato bene. Le tante cessioni nell'ultima sessione? A giugno tutti vogliono giocarsi le proprie chance, a gennaio magari i giocatori accettano le stesse destinazioni rifiutate mesi prima. I mugugni all'arrivo di Maxi Lopez e Okaka? Questo dimostra provincialismo, persino a Napoli non corrono più dietro ai nomi. Vendono Cavani e Lavezzi, poi prendono dei giovani. Il calcio è cambiato. Maxi Lopez tecnicamente non si discute, solo dovevamo prenderlo alle nostre condizioni. Due milioni di prestito e sette di riscatto, come era scritto nero su bianco la scorsa stagione, è un'operazione da Real Madrid. Oggi le cifre sono diverse (ingaggio dimezzato e riscatto a un milione e mezzo, ndr) compatibili con la Sampdoria. Se fa bene da qui alla fine della stagione possiamo tenerlo. Okaka sapevo che sarebbe entrato in un gruppo molto sano e avrebbe trovato un allenatore capace di farlo crescere. È sempre stato un grande giocatore, solo in altre piazze hanno pensato che a livello comportamentale non fosse un ragazzo esemplare. Il futuro di Romero? Al momento non si può sapere, non si può sapere nemmeno chi sarà il portiere del prossimo anno nella Sampdoria, potrebbe anche essere lui. Ci sono troppe variabili. Nel 2015 molti contratti pesanti andranno in scadenza, per cui potremo fare discorsi un po' diversi da quelli attuali'.

    'Il colpo di mercato mancato? Certamente da Rodriguez mi aspettavo un impatto diverso nel calcio italiano, visto soprattutto quel che aveva fatto in Cile - ha concluso il d.s. dei liguri -. La soddisfazione più grande? Diciamo ancora Fornasier: per tutti era un perfetto sconosciuto, ho molto fiducia in lui. Il momento più bello in blucerchiato? Aver vinto il derby... Uno l'avevo perso, uno pareggiato, la vittoria mi mancava. Al fischio finale è stato davvero bello. Ma ci metto anche il successo a Torino contro la Juventus della scorsa stagione, una grande soddisfazione. Il momento più basso invece è stato il derby perso a settembre. Sopratutto per quel che è successo dopo: la squadra piano piano si inabissava in un tunnel senza fondo e non dava segnali di risposta. Vedevo un gruppo che si stava appiattendo giorno dopo giorno. Garrone ha parlato molto bene di me? Le sue parole mi hanno fatto molto piacere, ma non c'è bisogno di parlare del mio futuro. Ho un contratto fino al 2015 e sento il presidente quotidianamente. Magari durante il mercato i contatti sono più stretti, ma anche adesso ci sentiamo con regolarità. Guido Angelozzi al mio posto di Osti nella Sampdoria 2014-2015? Rispetto il lavoro di tutti, purché sia fatto in modo intellettualmente onesto. Il mio rapporto con Genova? Vivo parzialmente la città. Abito a Piacenza, mia moglie insegna lì, in Liguria dormo due o tre notti a settimana. Mi sono fatto l'idea di una città ermeticamente chiusa, con gente estremamente riservata e formale. Per il mio carattere va bene così, ho avuto un impatto positivo. Con il tempo poi cominci a capire cosa significa fare calcio in una città con due squadre. È derby tutto l'anno'.

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