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  • Sampmania: beato lui che è 'felice'
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Sampmania: beato lui che è 'felice'

Sampmania: beato lui che è 'felice'

  • Lorenzo Montaldo
Probabilmente vivo in un universo parallelo. E' l'unico modo che ho per spiegarmi le analisi pre e post partita di Lecce-Sampdoria da parte di alcuni protagonisti. Trovare briciole da salvare, in un’annata del genere e in un campionato simile, è qualcosa che va oltre le mie facoltà di comprensione. Sentire, come mi è capitato alla vigilia della trasferta dalla bocca di Stankovic, che “I ragazzi hanno reagito bene” dal match precedente non è che mi lasci proprio lieto e gioioso. Ancora peggio il prosieguo: “Sono felice per Leris, strafelice per Lammers, felice per come stavano in campo, devono ripetersi ed essere gruppo”. Mi rendo conto che siano dichiarazioni di facciata, precompilate, ma insomma: mister, ma felici de' che?

Si può fare peggio? Sì, si può, con le analisi del dopo gara. Ascoltare cose come “Abbiamo portato a casa un punto che muove la classifica”, “Eravamo un po’ pigri nel primo tempo” mi risulta inconcepibile. Come se non bastasse, ritorna nelle parole del tecnico il concetto della gioia: “Siamo felici della reazione di un gruppo unito e forte”. Siamo seri? Ribadisco il mio interrogativo, quali sarebbero di grazia i motivi per essere ‘felici’? Felici di aver preso un punto tra Cremonese e Lecce, due partite dove era imperativo farne 6 per giocarsi il tutto per tutto con lo Spezia? Felici di essere stati battuti dagli ultimi in classifica, la Cremonese che aveva aveva vinto soltanto un incontro in tutta la Serie A prima di arrivare in casa nostra? Felici di aver pareggiato contro il Lecce, la squadra che probabilmente stava attraversando il peggior momento di forma di tutta la Serie A (sei sconfitte di fila, prima di ieri)? Beato lui che è ‘felice’.

La mia preferita, però, è questa dichiarazione pronunciata sabato da Bogliasco: “L’approccio non si può sbagliare, perché non è una cosa tecnica, è una cosa che ti porti dentro. Su questo non voglio più spendere parole, perché i ragazzi lo stanno facendo”. Risultato: 21 tiri del Lecce nel primo tempo, record stagionale dell’intera annata tra tutte le squadre della massima serie. Intendiamoci, non sto dicendo che la situazione dipenda esclusivamente da Stankovic. Sappiamo tutti che navigare a vista, con un club sull’orlo del fallimento, senza stipendi, senza progetto, senza società e senza speranza è qualcosa di improbabile. Però, a livello tattico e di organizzazione, l’allenatore blucerchiato sino ad oggi ha evidenziato lacune importanti, sottolineate spesso da scelte incomprensibili di formazione, di cambi e di uomini. Giusto per restare all’attualità, l’insistenza su un giocatore totalmente avulso e inutile alla causa come Djuricic è patologica, e la quadrupla sostituzione all’intervallo invece non è genialità, è totale confusione.

Fare disamine sulla gara e sulla formazione ha poco senso, considerando la disperata situazione di classifica e societaria. Purtroppo, anche a livello ambientale la sensazione, netta e peraltro condivisibile, è quella di una resa generalizzata. I tifosi, quantomeno una grossa fetta, hanno guardato Lecce-Samp in maniera completamente disillusa. E’ una partita che butti giù come una medicina, perché ‘devi’, non perché ti piaccia sorbirtela. Purtroppo, da qui a fine campionato oggi gara sarà simile. 

A questo hanno ridotto la Sampdoria, tra una sparata di un avvocato impegnato a chiamare in causa legalità e istituzioni sportive (e già fa ridere così) ed arroganti comunicati stampa che sembrano atterrati sulla terra dal pianeta Venere, suggeriti da una famiglia ormai scollata in maniera evidente dalla realtà e dal sentire comune. La cosa peggiore, è che ci avete portati a sperare nel fallimento della nostra società, magari già adesso, per liberarci da questa agonia e, forse, non ripartire dai Dilettanti. Ecco, a proposito di felicità: Stankovic è felice se la squadra pareggia a Lecce, noi lo saremmo se saltasse il tappo, se tutti si trovassero gambe all’aria per ripartire senza nulla di tutto ciò che è la Sampdoria ora. A questo ci avete spinti. Ed è imperdonabile.

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