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  • Sampmania: un centrale… da favola. Di Andersen

    Sampmania: un centrale… da favola. Di Andersen

    • Lorenzo Montaldo
    Diciamolo subito, in tempi non sospetti, prima che parta il consueto assalto alla diligenza, prima che le cosiddette ‘big’ del campionato, milanesi in testa, si accorgano che la Sampdoria cova e coccola sulle rive del Mar Ligure la futura plusvalenza di Massimo Ferrero. Dopo sole cinque partite di Serie A si è già capito che uno dei gioiellini (se non IL gioiellino) di questa stagione 2018/2019 per il club blucerchiato sarà un danese tutto d’un pezzo, che gioca in difesa, parla poco e randella tanto: Andersen. No, non è Hans Christian, lo scrittore, è Joachim e di mestiere fa il centrale.

    In comune con l’illustre predecessore ha la nazionalità e il cognome, per la verità piuttosto diffuso in Danimarca. Ah, anche la passione per Genova. Avete mai letto la descrizione che fa il celebre scrittore della Liguria? No? Eccovi serviti, è una meraviglia: “Il viaggio da Genova verso sud, lungo il mare, è uno dei più belli che si possano fare. Genova poi sorge sulle colline, in mezzo ad oliveti verdi-azzurri. Nei giardini crescevano aranci e melograni, e i lucenti limoni verde pallido facevano pensare alla primavera, proprio allora che noi scandinavi ci approssimiamo all'inverno. I temi degni d'un quadro succedevano l'uno all'altro; per me tutto era nuovo e indimenticabile, e vedo ancora adesso gli antichi ponti ricoperti d'edera, i cappuccini per la strada e le schiere di pescatori genovesi con i berretti rossi in testa. La costa era tutto uno splendore, con le belle ville e il mare costellato di velieri e vapori dai camini fumanti”. Lo ha scritto nel 1855, è ancora straordinariamente attuale. 

    C’è inoltre un ulteriore aspetto che permette di trovare un punto di incontro, ad oltre 150 anni di distanza. Uno ha scritto “Il Brutto Anatroccolo”, l’altro ha deciso di metterne in scena una trasposizione nei giorni attuali, presentandosi a Genova come un paperotto incerto e impaurito, ancora grezzo e da limare, ma con tanto materiale su cui lavorare. Praticamente una manna dal cielo per Giampaolo, che non vede l’ora di mettere mano su giocatori del genere. Andersen – parliamo sempre di Joachim – a Bogliasco è approdato nell’estate 2017 dal Twente, pagato circa 2 milioni dalla Samp. Colpo griffato Riccardo Pecini, tanto per cambiare, uno degli ultimi regali del Re Mida del pallone al suo presidente Ferrero. L'Andersen dell'epoca era però un giocatore ben diverso da quello che stiamo ammirando adesso.

    Giampaolo, nella sua prima stagione italiana, non lo ha fatto scendere in campo mai. O meglio, quasi mai. Replicando il copione già provato a suo tempo con Skriniar, l’allenatore doriano ha fatto assaggiare il campo al difensore classe 1996 solo nelle ultime partite di campionato. L’esordio risale al 25 febbraio 2018, 5 minuti contro l’Udinese, ma per la prima prestazione ‘vera’ dobbiamo aspettare Atalanta-Sampdoria del 3 aprile. Era una partita cruciale, con due squadre che si giocavano l’Europa: vinse la Samp, Andersen giocò 90 minuti salvo poi essere nuovamente accantonato per tre incontri. Nelle ultime cinque uscite dei blucerchiati nello scorso campionato è sempre stato titolare, e quest’anno ha mantenuto l’abitudine.

    Rispetto alla scorsa stagione, però, Andersen è radicalmente trasformato. Non è più un legnoso pulcino, ma è diventato uno splendido cigno della difesa. Elegante, fiero e regale sulle orme del Principe de La Sirenetta. Solido e lucido persino nelle situazioni più ingarbugliate, quasi come fosse fatto di un metallo, che so, di stagno sullo stile del celeberrimo Soldatino della fiaba. Posso andare avanti a citare personaggi di Andersen, ma forse non è il caso. Quello che è certo è che Giampaolo ha costruito sin dal primo giorno di ritiro la sua difesa incentrandola su colui che il tecnico stesso ha definito “Il nuovo Skriniar”. La lista di complimenti fatta dal mister doriano a Andersen lascia a bocca aperta. Difficilmente l’allenatore della Samp si sbilancia così, specialmente su un difensore: “Potrà diventare un ‘top’, è uno Skriniar. Lui faceva fuori tutti con la testa, per determinazione e spirito. Andersen è uguale”. Una vera e propria incoronazione. Se poi pensate che lo ha definito pure “stratosferico”…

    I precedenti sorridono ad Andersen. In tempi recenti la Samp ha presentato al grande calcio oltre all'attuale colonna dell'Inter anche Mustafi e Romagnoli, tanto per citare dei centrali arrivati a livello mondiale. Il giovane difensore ha ancora un bel po’ di strada da fare, ma il cammino è quello giusto. C’è stato qualche ostacolo da superare, alcuni errori da metabolizzare come la marcatura molto blanda su Simeone in occasione di Samp-Fiorentina, ma si tratta di piccole indecisioni lungo un processo di crescita che può portare Joachim davvero molto in alto. Quanto in alto, non lo sa nemmeno lui. Anche perché, come dice l’altro Andersen – quello che per ora è più famoso – “Non importa essere nati nel cortile delle anatre, quando si è usciti da un uovo di cigno

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