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  • Tra Milan e Inter un derby feroce e con risvolti scudetto: hanno perso il gioco, ma il Napoli dimostra che si può risorgere

    Tra Milan e Inter un derby feroce e con risvolti scudetto: hanno perso il gioco, ma il Napoli dimostra che si può risorgere

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Derby continuo, derby feroce. La semifinale di andata di Coppa Italia di domani sera avrà regole vecchie sperando in uno spirito nuovo. Regole vecchie perché è una delle ultime quattro partite in Italia in cui il gol in trasferta varrà ancora doppio. Spirito nuovo perché le due milanesi devono ritrovare la vittoria (il Milan) o almeno il gol (l’Inter). Chi è favorito? Nessuno. Milan e Inter sono due squadre che stanno male. Hanno smarrito la qualità del gioco e l’importanza del collettivo, sono carenti dal punto di vista dell’intensità e, quindi, del ritmo, faticano a gestire le varie fasi della partita: o sono poco pericolose o subiscono l’avversario.

    Derby di Coppa con sfondo sul campionato. Il Milan arrancante si è fatto raggiungere in testa dal Napoli, l’Inter si aggrappa alla partita in meno (con il Bologna) per ritrovare la leadership perduta. Possono due squadre così male in arnese riproporre brillantezza e forza perdute? La risposta è sì. E in questo, l’antagonista Napoli ha dato prova di presenza e reattività. Distrutta ed eliminata in Europa League dal Barcellona solo tre giorni prima, la squadra di Spalletti è andata a vincere in casa della Lazio, riproponendosi come candidata allo scudetto. Milan e Inter devono avere lo stesso proposito. Malandate e, però, ancora aggrappate alla parte altissima del campionato, potrebbero ritrovare linfa in Coppa Italia. Sia perché si tratta di un trofeo per nulla accessorio, sia perché pochi giorni dopo, l’Inter incrocia la Salernitana in casa, mentre il Milan andrà a Napoli a giocarsi mezzo scudetto. Se perde è fuori e restano Napoli e Inter, se vince si rilancia anche contro chi - come me - gli ha negato, in sede di pronostico, la vittoria finale.

    Ben lungi dall’essere una tappa interlocutoria, il derby conta tanto. L’andata e ritorno e, soprattutto, l’andamento dell’ultimo, quello di campionato, lasciano aperta la strada a qualsiasi soluzione. L’Inter che stava dominando e poi l’ha perso è rimasta ancora a quei cinque minuti che, forse, hanno cambiato la storia del campionato. Il Milan che l’ha vinto del tutto immeritatamente si è poi impantanato, quasi dovesse scontare, per la legge del contrappasso, un premio eccessivo. Personalmente credo che l’Inter sia superiore al Milan per la qualità dell’organico e per le soluzioni offensive. Ma paradossalmente i nerazzurri non trovano più la porta. Tutti guardano il dito (Dzeko, Lautaro, Sanchez) e non la luna, cioé il centrocampo. Dove sta sparendo Barella (e Roberto Mancini ne tenga conto), Brozovic è in chiaroscurro, Perisic è opaco, Calhanoglu non si ritrova più. 

    Tuttavia il derby del 1° marzo, il mese in cui si decidono scudetti e coppe, è propizio per tirar fuori  le energie residue. Il senso alla stagione si dà a cominciare da domani sera, sapendo che non si può sbagliare più. Dalle dichiarazioni dei due allenatori, sembra evidente che entrambi vogliano la finale e il titolo. Pioli perché non ha mai vinto, Simone Inzaghi perché non può accontentarsi della Supercoppa italiana. Sa, perché gliel’ha ribadito Marotta, che l’Inter vuole la seconda stella, ma sa anche che scegliere non può. Se si affrontano prima e terza della Serie A, il derby di Coppa non è solo strapaese, ma l’appendice del primato nazionale. Per questo, secondo me, sarà feroce. Perdere significa dare un cattivo segnale prima si tutto a se stessi e ai propri tifosi. 
    Il Milan non avrà lo squalificato Tonali (coppia di centrocampo Kessie e Bennacer), l’Inter proverà ad avanzare Calhanoglu nel ruolo di trequartista. Io toglierei Barella per inserire Vidal o Vecino. Ma non credo accadrà.  

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