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  • La Fiorentina difende Chiesa: giusta la decisione del Var, quel precedente...

    La Fiorentina difende Chiesa: giusta la decisione del Var, quel precedente...

    • Giacomo Brunetti
    Cinque minuti e trentaquattro secondi che hanno creato un solco nella casistica del VAR. Tutto regolare, come da protocollo, ma la decisione dell'arbitro Pairetto durante Spal-Fiorentina ha segnato un punto di non ritorno. Sono da poco passate le 14, al 'Mazza' il risultato è inchiodato sull'1-1 dopo che Semplici e Pioli hanno riorganizzato le rispettive fasi difensive. Chiesa cerca un dribbling, poi ne tenta un altro, sfugge agli avversari ma perde il tempo per calciare, così va sul fondo. Pallone perso. Ripartono gli spallini, il lancio è per Fares che, dalla sinistra, pesca sul secondo palo Valoti. Rete, abbraccio al fratellino Alessandro e 2-1. No, fermi tutti: Var, coraggio e ribaltamento, è rigore per la Viola. Gol annullato. Veretout realizza.
    POLEMICHE - Ferrara non ci sta. "Questa è l'Italia", urlano i tifosi estensi, che iniziano ad abbandonare le tribune. La Spal stacca la testa, Simeone e Gerson la colpiscono ingiuriosamente. Piovono polemiche, ma ben presto ci si accorge di come Felipe avesse atterrato Chiesa nell'azione precedente. È lo stesso difensore brasiliano ad ammetterlo ai compagni. Il rigore c'è, il regolamento è stato applicato alla perfezione. Gli arbitri ci scherzavano: «Chi sarà il fortunato?», perché prima o poi doveva succedere. È stato Pairetto a dover gestire una situazione grottesca, ma contemplabile: d'altronde l'azione è terminata con un gol, così il caso ha voluto. Non fosse che Walter Mattioli, Presidente della SPAL, abbia alzato il tiro nel dopo-gara, proprio ai nostri microfoni: "Sappiamo che Chiesa inventa falli, è una sua dote. È una persona poco seria, questo è il suo modo di fare. Non può essere trattata così la nostra società, siamo passati da cogl***".

    LA DIFESA - E mentre Federico Chiesa abbandonava per ultimo lo spogliatoio del 'Mazza', la Fiorentina si faceva sentire, dapprima con il Club Manager Giancarlo Antognoni e, successivamente, con il Presidente Esecutivo Mario Cognigni. "Dichiarazioni completamente inopportune e lesive della reputazione di un nostro atleta, è un patrimonio del calcio italiano". Nuove polemiche sul classe '97 viola, che già ai tempi delle accuse di Gian Piero Gasperini ne avevano indignato la famiglia. "Fede non ti curar di loro, ma guarda e passa", gli avevano scritto su uno striscione i suoi tifosi. "Chiesa simula e ha l’abitudine di fare questi gesti, ora deve cominciare a pagarli. Altrimenti finisce per essere diseducativo: l’episodio è netto e lampante", sbottò l'allenatore dell'Atalanta lo scorso settembre. L'episodio di Ferrara, però, non lascia dubbi: Pairetto ha agito nella direzione giusta, con buona pace dei detrattori di Chiesa.



    IL PRECEDENTE - La 'strana' situazione di Ferrara non è un unicum. Nell'agosto del 2017, durante la Supercoppa olandese tra Feyenoord e Vitesse, El Ahmady venne atterrato nell'area di rigore avversaria da Matavz, l'arbitro Makkelie lasciò proseguire e il Feyenoord segnò il gol del raddoppio. Tutto fermo, dopo due minuti di consultazione al Var la sentenza venne ribaltata e Buttner pareggiò dagli undici metri. Questione d'abitudine e buonsenso: un episodio al limite che ha lasciato il segno, con le relative e inevitabili scorie. Questo è il regolamento, e come tale è stato applicato
     

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