
Bayern e Ancelotti all'anno zero, ma è presto per parlare di ciclo finito
DA HEYNCKES AGLI INFORTUNI - Da allenatore navigato, capace di vincere tutto in Italia e in giro per il mondo e ripetutamente, Carlo Ancelotti è perfettamente consapevole che le critiche appena sussurate nel corso della stagione per qualche sconfitta di troppo e un giocatore mai decollato possono diventare qualcosa di più grave. La stampa tedesca e persino il vicepresidente del Bayern Rummenigge non sono mai stati teneri nei confronti degli allenatori stranieri che hanno dovuto raccogliere la pesante eredità lasciata da Heynckes, l'ultimo allenatore a fare il Triplete e a vincere la Champions League. A pesare in maniera enorme nell'economia dell'annata una serie di infortuni in ruoli chiave e in momenti determinanti, come quelli di Boateng, Hummels, Thiago Alcantara e Lewandowski, senza dimenticare il logorio di molti calciatori che fanno parte da anni del gruppo storico.
RIVOLUZIONE IN ARRIVO - La vera sfida per il tecnico italiano si presenterà l'anno prossimo, senza due perni dello spogliatoio come Lahm e Xabi Alonso, destinati al ritiro, e la necessità di rinfrescare e migliorare una rosa con innesti mirati e nella quale "giovani vecchi" come Thiago, Alaba, Javi Martinez, Kimmich, il neo-acquisto Sule e Coman (se resterà) dovranno dimostrare di possedere i requisiti per diventare non solo grandi campioni ma anche uomini da Bayern. Ecco perchè è prematuro oggi parlare di palabola discendente avviata per Ancelotti o di ciclo finito per la formazione di Saebener Strasse.