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  • Bayern e Ancelotti all'anno zero, ma è presto per parlare di ciclo finito
Bayern e Ancelotti all'anno zero, ma è presto per parlare di ciclo finito

Bayern e Ancelotti all'anno zero, ma è presto per parlare di ciclo finito

  • Andrea Distaso
Dopo la Champions League, sfumata ai quarti di finale anche per una serie di circostanze sfortunate, tra cui lo sciagurato arbitraggio di Kassai al "Bernabeu", il Bayern Monaco ha visto svanire in 5 minuti anche il secondo obiettivo stagionale, la Coppa di Germania. La sconfitta in casa subita per mano dei rivali di sempre del Borussia Dortmund è un colpo durissimo da incassare per la banda Ancelotti, che rischia di chiudere la stagione con la sola consolazione del campionato, dove il vantaggio sul Lipsia è di 8 punti a 4 partite dalla fine. A questo vanno ad aggiungersi numeri impietosi, come le 5 partite di fila senza vittoria (non accadeva dal 1995) alle 3 consecutive in casa senza i 3 punti, fatto mai accaduto dall'inaugurazione dell'Allianz Arena.

DA HEYNCKES AGLI INFORTUNI - Da allenatore navigato, capace di vincere tutto in Italia e in giro per il mondo e ripetutamente, Carlo Ancelotti è perfettamente consapevole che le critiche appena sussurate nel corso della stagione per qualche sconfitta di troppo e un giocatore mai decollato possono diventare qualcosa di più grave. La stampa tedesca e persino il vicepresidente del Bayern Rummenigge non sono mai stati teneri nei confronti degli allenatori stranieri che hanno dovuto raccogliere la pesante eredità lasciata da Heynckes, l'ultimo allenatore a fare il Triplete e a vincere la Champions League. A pesare in maniera enorme nell'economia dell'annata una serie di infortuni in ruoli chiave e in momenti determinanti, come quelli di Boateng, Hummels, Thiago Alcantara e Lewandowski, senza dimenticare il logorio di molti calciatori che fanno parte da anni del gruppo storico.

RIVOLUZIONE IN ARRIVO - La vera sfida per il tecnico italiano si presenterà l'anno prossimo, senza due perni dello spogliatoio come Lahm e Xabi Alonso, destinati al ritiro, e la necessità di rinfrescare e migliorare una rosa con innesti mirati e nella quale "giovani vecchi" come Thiago, Alaba, Javi Martinez, Kimmich, il neo-acquisto Sule e Coman (se resterà) dovranno dimostrare di possedere i requisiti per diventare non solo grandi campioni ma anche uomini da Bayern. Ecco perchè è prematuro oggi parlare di palabola discendente avviata per Ancelotti o di ciclo finito per la formazione di Saebener Strasse.

 

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