
Comolli mette fine al disastro Giuntoli e usa parole in stile Juventus: "Cercare di vincere la mia ossessione"
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Comolli, nella sua presentazione odierna, è parso subito un dirigente di stampo diverso rispetto a Giuntoli: il francese dà subito l'idea di avere un approccio meno emotivo e più razionale. "Siamo pagati per creare emozioni, il mio primo lavoro, 3 volte a settimana, è garantire che la nostra comunità raggiunga il più alto livello di emozioni, è il mio pensiero fisso al mattino. Allo stesso tempo, come decisori non dobbiamo essere guidati dalle emozioni ma essere razionali", ha spiegato il nuovo dg bianconero. Il quale, a differenza di Giuntoli, che in sede di presentazione celebrò il suo tifo per la Juventus, mette subito le cose in chiaro, in modo razionale, anche sotto questo aspetto: "Non voglio dirvi che ero un tifoso della Juve ma ho sempre seguito la Juve".
L'approccio razionale di Comolli è strettamente legato al suo rapporto con i dati, con gli algoritmi, e all'uso che ne ha fatto in carriera e che intende farne alla Juventus. Spiega il classe 1972, ex presidente del Tolosa, che in passato ha lavorato come scout o direttore sportivo per Monaco, Arsenal, Saint-Etienne, Tottenham, Liverpool e Fenerbahce: "Fa parte della mia carriera, lavoro con i dati da 25 anni. Ho sempre pensato che quando ci si rivolge a me ci si spetta che porti questa esperienza e penso che anche alla Juventus sia così. L'1 agosto 2025 sarà il 33esimo anno nel calcio, non mi sono mai imbattuto in un approccio più razionale che non sia l'utilizzo dei dati. Monyeball? Non so se sia stato romanzato. So quello che abbiamo fatto. Il modello è come rendere razionale un'industria molto irrazionale, schizofrenica. La mia ossessione, quando ho cominciato a utilizzare i dati, mister Moneyball è un mio amico, l'ho incontrato e abbiamo parlato. La mia frustrazione era vedere tante cattive decisioni sullo scouting. Mi chiedevo: come essere più precisi? Il principio moneyball è stato molto utile e può aiutare sul mercato".
Vincere in modo razionale, creando emozioni. Si può sintetizzare così il pensiero di Comolli, che sulla vittoria e sul rapporto suo e della Juventus con la vittoria dice: "Cercare di vincere sarà la mia ossessione e questo fa già parte della cultura del club". Per i tifosi bianconeri, che nel recente passato hanno assistito a conferenze stampa nelle quali hanno sentito rappresentanti della Juventus dire di non essere ossessionati dalla vittoria, questo è punto da cui ripartire.
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