
Il Nagelsmann portoghese, i gioielli Nuno Mendes e Quaresma: i segreti di Amorim e della favola Sporting
LA SECONDA CHANCE - La storia di Amorim e di molti protagonisti dell'esaltante cavalcata verso la conquista del diciannovesimo titolo nazionale è un ottimo esempio di come la vita sappia spesso offrire una seconda chance a chi abbia soprattutto la determinazione - e un pizzico di buona sorte, perchè no - nel conquistarsela. A partire da un giovane tecnico promosso come allenatore del Braga dopo pochi mesi di trafila nella formazione B e dopo aver archiviato la delusione di non aver potuto muovere i primi passi concreti di questa nuova avventura proprio nel Benfica, il club con cui si è tolto le maggiori soddisfazioni da calciatore. E di vero e proprio riscatto si può parlare per i due geometri del centrocampo dei Leoes, due perni assoluti del 3-4-2-1 di Amorim: Palhinha e Joao Mario. Il primo, impostosi da titolare dopo quattro prestiti e un trasferimento pressoché impostato e poi saltato al Wolverhampton solo pochi mesi fa. Il secondo, ritornando finalmente ad esprimersi ad alti livelli a quattro anni di distanza dal grande Europeo conquistato col Portogallo e un passaggio all'Inter rivelatosi un vero flop.
TALENTI VALORIZZATI - Una storia di rivincite umane e professionali ma non solo, perché dietro la grande stagione dello Sporting c'è anche e soprattutto un grande lavoro tattico e di valorizzazione dei calciatori messi a disposizione dalla società (come l'esterno Pedro Porro, in prestito dal City, o il bomber Pedro Gonçalves acquistato dal Famalicao) o attinti da un bacino interno come il settore giovanile, che è tornato a produrre talenti purissimi - Luis Maximiliano, Tiago Tomàs, Gonçalo Inacio, Daniel Bragança e Jovane Cabral - alcuni dei quali destinati al grande salto come Eduardo Quaresma (seguito dal Milan nei mesi passati) e quel fenomeno di Nuno Mendes, esterno classe 2002 sul quale si sono subito fiondate il Manchester City e le più importanti squadre in Europa. Un lavoro straordinario a 360° gradi quello di Amorim, capace di costruire una squadra dalla mentalità offensiva e desiderosa di essere sempre protagonista, con numeri che certificano in maniera indelebile la bontà del percorso intrapreso. 32 partite da imbattuto da inizio campionato per lo Sporting - nuovo record della Superliga - il terzo miglior attacco con 57 reti (a fronte di un valore di 48.32 di expected goals) e la migliore difesa con appena 15 gol concessi, ancora più impenetrabile di quelle di Lille, Atletico Madrid, Bayern Monaco, Inter e Manchester City, le squadre che hanno vinto o stanno vincendo i rispettivi campionati.
Numeri di un dominio diverso, costruito dopo anni di delusioni, sofferenze e tanti errori di programmazione, spazzati via dall'avvento dell'uomo nuovo del calcio portoghese, Ruben Amorim.