Jacobelli: bravo Mancini, una bella Inter inceppa la Juve che ha la pareggite
Il tonfo del Milan a San Siro contro il Sassuolo è stato rumoroso.
Poli aveva illuso Inzaghi che la strada fosse spianata: Sansone e Zaza, la cui specialità sono gol di rara bellezza, hanno dimostrato che il Diavolo è molto più brutto di quanto lo dipinga Berlusconi. Il quale, se pensa che Cerci, al quale ha imposto di tagliarsi la barba, sia la panacea dei mali rossoneri, prende una cantonata. D’altra parte, l’ex premier è lo stesso ad avere dichiarato il mese scorso: “Siamo da terzo posto”. Appunto. Purtroppo per i tifosi del Milan, così com’è oggi, se questa squadra va in Europa League fa un miracolo. La difesa prende troppi gol (20 in 17 gare) e Rami terzino di fascia è un pesce fuori d’acqua; in attacco Menez ha segnato molto più di quanto ci si aspettasse, ma l’aspetto più paradossale della formazione allenata da uno fra i più grandi bomber degli ultimi vent’anni, è la rinuncia a una vera prima punta. Quella che in teoria è Mario Gomez, irriconoscibile da quando ha messo piede in Italia: tra infortuni, lunghissimi stop ed errori marchiani come il rigore sbagliato a Parma, dove Donadoni si è tolto la soddisfazione di battere una Fiorentina squinternata dal caso Neto. Ora che non è più ultimo, avendo agganciato il Cesena, il Parma torna a credere nella salvezza anche se i punti di distacco dall’Atalanta quart’ultima sono sette. Però ce ne sono 63 a disposizione e, a questa chance, si aggrappa anche Zola il cui debutto con il Cagliari non poteva essere più amaro. Ma non era tutta colpa di Zeman?
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com