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  • Garella: 'Verona, niente più scudetto. La Fiorentina invece...'

    Garella: 'Verona, niente più scudetto. La Fiorentina invece...'

    • L.C.

    Ieri sera al Franchi l’Hellas Verona degli ex Toni e Romulo ha sfidato la Fiorentina lanciata in classifica dai gol di Giuseppe Rossi. Il settimanale Brivido Sportivo ha voluto intervistare in esclusiva un signore che con la maglia gialloblu del Verona allenato da Osvaldo Bagnoli ha vinto uno scudetto nell’ormai lontano 1984-85, prima di ripetersi a Napoli, quando con Maradona vinse il tricolore nel 1986-87. Stiamo parlando dell’ex portiere Claudio Garella, un estremo difensore stilisticamente poco bello da vedere, ma assolutamente efficace. E lui, con estrema sincerità, ci ha raccontato i suoi pensieri sul Verona, su Toni, sulla Fiorentina, su Neto e sullo scudetto nell’epoca del calcio moderno… 

    Garella, iniziamo dal Verona che, dopo un inizio scoppiettante, è inciampato in due sconfitte consecutive contro Genoa e Chievo. Cos’è successo? È finita la pozione magica o semplicemente sono in stand-by … i gol di Toni?
    'È successo che il Verona non è da scudetto, né da Champions League. Questo non significa che la realtà sia cambiata, ovvero che la squadra di Mandorlini stia facendo un campionato importante. I gol di Toni sono importanti, è un campione, ma ci sono anche altri buoni giocatori nel Verona. Perdere e vincere ci sta. Il derby poi… è sempre una partita a sé. Insomma, le dico con sincerità che, secondo me, il Verona non esce assolutamente ridimensionato da queste due sconfitte'.
    Dopo le prime 11 partite, in virtù dei risultati (7 vittorie, 1 pareggio e sole 3 sconfitte arrivate contro Roma, Juve e Inter), c’era chi pensava alla possibilità che il Verona di Mandorlini potesse raggiungere obiettivi importanti. Lei, immaginiamo non lo abbia pensato…? 
    'Questo è quello che succede sempre in Italia. Quando una squadra riesce ad ottenere una serie di risultati positivi, subito si è pronti a candidarla per obiettivi che non sono reali, per poi, dopo due sconfitte consecutive, fare chissà quali drammi. Sono convinto che Mandorlini non sia assolutamente preoccupato e che, anzi, sia molto soddisfatto di quanto ha fatto fino ad oggi la sua squadra. Non bisogna mai abbattersi dopo una sconfitta, neanche dopo due. Il Verona ha un’ottima squadra e deve dimostrarlo sul campo. Ma non parliamo più di scudetto…'.
    Tra i giocatori del Verona ce n’è uno che pare abbia già suscitato l’interesse di tante squadre. Tra le tante, la Fiorentina. Si tratta di Jorginho: lei che ne pensa?
    'Lo ritengo un ottimo elemento, ma vorrei che certi giocatori si giudicassero nell’arco di un campionato. Non dopo tredici giornate. E poi certe voci destabilizzano…'.
    Ieri il Verona è stato ospite della Fiorentina al Franchi. 
    'Ecco, la Fiorentina è una grande realtà del calcio italiano. Del campionato. Lei sì che può aspirare a qualcosa di considerevole. Certo, deve dimostrarlo sul campo di poter lottare con le altre big, però è una squadra molto forte. Anche se… se fossi stato un dirigente della Fiorentina, avrei cercato un portiere importante. Avrei fatto un sacrificio economico per Julio Cesar'.
    Quindi pensa che sia stato un errore da parte della Fiorentina aver puntato su Neto, tra l’altro il migliore in campo a Udine?
    'Non ho niente contro Neto e non discuto neanche le sue qualità tecniche. Dico semplicemente che per lottare per lo scudetto (come sembra abbia intenzione di fare la Fiorentina), serve un portiere che abbia personalità, che sappia comandare la difesa con autorità, che abbia esperienza. E Julio Cesar era perfetto. Bisogna sempre vedere, poi, quali sono gli obiettivi della società, ma per vincere serve un estremo difensore all’altezza'.
    Dalla porta all’attacco. Torniamo a Toni: che ne pensa ?
    'Soffermandomi su Toni, dico che secondo me è un grande giocatore. Fossi un allenatore, lo vorrei sempre nella mia squadra. Nonostante la sua età, sta dimostrando coi fatti di essere ancora importante e determinante. La Fiorentina ha fatto una scelta diversa, ma io avrei fatto follie per tenerlo…'.
    Restando alla Fiorentina, le chiediamo: cosa manca alla squadra viola per lottare per lo scudetto?
    'La Fiorentina ha già una rosa importante: ha un allenatore che sta dimostrando giorno dopo giorno di essere un grandissimo, ha dei giocatori fortissimi (Cuadrado su tutti), e può assolutamente già ambire a traguardi prestigiosi. Certo, nel calcio si può sempre migliorare e se nel mercato di gennaio ci saranno occasioni da prendere al volo per migliorarsi…'.
    Lei ha vinto uno scudetto con il Verona e uno col Napoli. Oggi pura utopia immaginare una doppietta del genere… A tal proposito: è ancora possibile, secondo lei, che nel calcio di oggi lo scudetto si allontani da Milano e Torino?
    'Certo che è possibile. Lo scudetto oggi può finire a Napoli, a Firenze, a Roma. Semmai non lo vedremo più a Cagliari, a Verona, in queste città qua, considerate nel mondo del calcio le ‘vere’ provinciali. Queste squadre non lo vinceranno più, ma la Fiorentina, il Napoli e la Roma hanno le possibilità tecniche ed economiche per ambire allo scudetto'.
    Ma questo, secondo lei, è un passo indietro del calcio italiano?
    'Assolutamente sì. Però, lo sappiamo, ormai contano solo i soldi. Basta vedere: all’Inter è arrivato un indonesiano. Alla Roma, sembra che possa arrivare un socio cinese. Insomma, quando c’ero io a Verona c’era una gestione familiare-manageriale. Oggi conta solo vincere. E per vincere, servono i soldi'.

     

     


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