
La Sampdoria è in Serie C per la prima volta nella sua storia: nemmeno Evani e Mancini evitano la discesa all'inferno
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Non è dunque bastata la brusca sterzata impressa dalla società, dal presidente Matteo Manfredi, che a 6 giornate dalla fine ha congedato Leonardo Semplici, terzo allenatore di questa annata dopo l'inizio con Andrea Pirlo e la parentesi poco fortunata di Andrea Sottil, per affidarsi ad un pezzo di storia della Sampdoria che fu, nonché allo storico collaboratore di Roberto Mancini ai tempi della Nazionale. Non è bastato nemmeno il richiamo ai protagonisti del Doria dei primi anni Novanta, incarnato nella figura dell'ex numero 10, che da consulente esterno della società ha suggerito il nome di Evani, e col suo quello di Attilio Lombardo e del figlio Andrea come direttore sportivo, per provare a tirare fuori la squadra dalle secche della bassissima classifica.
Le due fiammate contro Cittadella e Salernitana si sono rivelati fuochi di paglia, a fronte del brutto e decisivo ko di Carrara e dei tre pareggi con Cremonese, Catanzaro e Juve Stabia che hanno relegato la Sampdoria al terzultimo posto e dunque alla retrocessione in Serie C senza nemmeno passare dai playout, con 41 punti in 38 giornate e un desolante "38" alla voce dei goal realizzati. I danni erano stati fatti prima, con una rosa – la più pagata dell'intera Serie B – piena di nomi altisonanti ma incapace di fare emergere valori che sono rimasti sulla carta. Cragno in porta, Altare, Curto, Ferrari, Romagnoli, Beruatto, Bellemo, Ricci, Ronaldo Vieira, Coda, Borini, Tutino e Niang. Sono soltanto alcuni dei “pezzi da novanta” che la formazione blucerchiata annoverava nel proprio organico.
Non è bastato cambiare tanto, dopo i playoff agguantati con Pirlo nella passata stagione, non è bastato cambiare tutto nella struttura societaria e anche sul mercato di gennaio, con una confusione totale ben fotografata dal numero di portieri avvicendatisi tra i pali nel corso della stagione (5!) per scongiurare un qualcosa che nemmeno il più pessimista dei tifosi della Sampdoria credeva possibile. La vittoria del penultimo turno di campionato contro la Salernitana, vero e proprio scontro diretto giocato nella bolgia del “Ferraris”, è bastato a scrollarsi di dosso le paure che hanno bloccato le gambe dei calciatori blucerchiati. Che hanno iniziato la partita contro una Juve Stabia già certa dei playoff senza un vero numero 9 di ruolo, per poi buttare nella mischia il miglior bomber nella storia della Serie B, Massimo Coda (a pari merito con Stefan Schwoch) soltanto nel secondo tempo.
La Sampdoria, società capace di vincere un incredibile Scudetto nel 1991, di centrare una ancora più impensabile finale di Champions League l'anno dopo - arrendendosi ai tempi supplementari al Barcellona di Cruyff - e di vincere anche 4 volte la Coppa Italia, una volta la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Italiana, è in Serie C e adesso arriva la parte peggiore della storia, perché il futuro è un'incognita grande come una casa.
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La curra ferrero è stata devastante