
Milanmania: non siamo la Sampdoria!
PRESSING, DOVE SEI? - Il che di per sè in Italia è un modo di pensare anche abbastanza redditizio (raramente in Serie A le squadre di vertice hanno difese particolarmente perforate), ma che andrebbe affiancato ad una mentalità decisamente più propositiva rispetto a quella mostrata dal Milan in questa stagione. Dei barlumi di pressing alto e aggressione a tutto campo sul portatore di palla avversario visti nelle amichevoli estive anche contro avversari di prestigio oggi non è rimasto nulla e, al di là dei ragionevoli dubbi sulla qualità complessiva di una rosa costruita negli anni in maniera assolutamente scriteriata senza alcun rispetto per la storica grandeur berlusconiana, anche da parte dell'allenatore è lecito attendersi qualcosa in più. L'impressione è che Mihajlovic sia rimasto mentalmente alla Sampdoria, dove portare a casa i risultati veniva e viene prima di ogni cosa e dove il tifoso medio non storce certo il naso se le vittorie arrivano grazie all'organizzazione difensiva.
SERVE UN'ALTRA PUNTA - Ma qui siamo al Milan e la musica deve essere decisamente diversa. Il 4-3-3 con cui la squadra è stata schierata nelle ultime partite è un modulo offensivo solo nelle intenzioni, visto che a noi sembra più un 4-5-1 in cui il contropiede è l'unica soluzione di gioco per far male all'avversario, col povero Bacca sistematicamente costretto a inseguire palloni gettati nel nulla o a fare un inutile lavoro di sponda vanificato dall'inesistenza di qualsivoglia movimento senza palla da parte dei centrocampisti. Serve un'altra punta al suo fianco, che sia Niang o Luiz Adriano per aumentare la pressione sui difensori avversari e le ripetute giustificazioni di Mihajlovic sull'ostinazione a non schierare il Milan con un più logico 4-4-2 e le colpe scaricate sempre e soltanto sui giocatori iniziano a diventare un refrain piuttosto noioso e stucchevole.
Andrea Distaso
