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  • Rigoni: 'La Samp non poteva permettersi il riscatto, in Russia si vive meglio che in Italia'

    Rigoni: 'La Samp non poteva permettersi il riscatto, in Russia si vive meglio che in Italia'

    • Lorenzo Montaldo
    Emiliano Rigoni resterà una meteora nella storia recente della Sampdoria. L'attaccante, accolto come il grande colpo estivo della dirigenza blucerchiata, ha lasciato Genova dopo soli sei mesi, per fare ritorno allo Zenit. Rigoni ha vissuto una situazione molto simile a quella passata un anno fa con l'Atalanta e con mister Gasperini, anche se le motivazioni alla base sono differenti:

    “Le ragioni dei miei trasferimenti dallo Zenit all'Atalanta e alla Sampdoria sono diverse. All'Atalanta non avevo un buon rapporto con l'allenatore, non ho trovato un punto d'incontro con lui. Ma alla Sampdoria è stata un'altra situazione. Avevo un'opzione nel contratto di prestito in base al quale il club era obbligato a riscattarmi, se giocavo 15 o 20 partite, non ricordo esattamente. Per motivi economici la Sampdoria non poteva permettersi il mio riscatto e ad un certo punto ho smesso di giocare" ha detto l'argentino a Sport Express. "Questa situazione però non poteva più continuare ed ho parlato con i dirigenti di entrambi i club, la Sampdoria ha accettato di lasciarmi andare e lo Zenit da subito mi ha appoggiato supportandomi, è stato tutto molto professionale. Quando si è cominciato a parlare del mio possibile ritorno, ho detto subito che volevo giocare".

    Rigoni sottolinea anche le differenze tra i due allenatori blucerchiati della stagione: "Sotto Di Francesco la Sampdoria ha giocato un calcio offensivo, fu lui a volermi e con lui ero regolarmente in campo. Ranieri ha una filosofia di gioco più difensiva, sicuramente non ero tra i giocatori che si adattavano al suo stile. A questo punto il club si è posto una domanda: se non sei adatto per l'allenatore, e se dopo un certo numero di partite ti devo riscattare, è necessario compiere tale investimento? Il cambio di allenatore ha influenzato la mia permanenza, ovviamente, ma fortunatamente le porte dello Zenit - conclude -sono sempre aperte.” 

    Rigoni fa anche una valutazione piuttosto curiosa delle differenze nello standard di vita tra Russia e Italia: "Mi piace come tutto è organizzato qui, come tutto funziona in Russia. Un anno fa ho parlato dell'Italia dopo essere stato all'Atalanta e ora, dopo essere tornato dalla Sampdoria, posso confermare quelle parole. L'Italia è un grande paese, ma è lontano dalla Russia. Mi trovo molto meglio qui che in Italia. Le differenze? Sto parlando di sciocchezze domestiche, ma che sono molto importanti nella vita. Se in Russia ho bisogno di collegare elettricità, gas, installare una TV, allora sarà fatto in massimo tre giorni, o anche più velocemente. In Italia ho dovuto trascorrere parecchio tempo prima di avere internet a casa, anche due o tre settimane".

    Per Rigoni la motivazione alla base è una sola: "E' una questione di puntualità. In Russia non dovevo arrivare in ritardo. In Italia invece è normale. Un altro esempio: ho un assistente in Russia, e ne avevo uno anche in Italia. Se in Russia è necessario qualcosa, informo l'assistente e, di norma, la mia richiesta viene immediatamente eseguita. In Italia ho chiesto qualcosa, poi ho dovuto ricordarlo tutti i giorni e dopo una settimana ho ricevuto quello che avevo chiesto".

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