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  • Un cappuccino con Sconcerti: c’è anche il mix etnico-culturale che scava la differenza fra Inter e Milan

    Un cappuccino con Sconcerti: c’è anche il mix etnico-culturale che scava la differenza fra Inter e Milan

    Tra il Milan e l'Inter c'è una diversità non sottolineata che giudico importante. Essere diversi non significa necessariamente essere migliori, ma avere altre caratteristiche che possono incidere. L'Inter ha tutti giocatori europei, di nascita e di origine, compresi i sudamericani. C'è un unico giocatore nero, Dumfries, questo porta l'Inter ad avere un gioco lineare, verticale, duro, di buona corsa. Il Milan ha in campo sempre cinque/sei giocatori afro-caraibici, più morbidi, spesso tecnici, più istintivi, più potenti.


    Credo da molto che una squadra, per essere grande, debba mescolare le etnie dei suoi giocatori, perché ogni origine diversa porta a idee di gioco diverse, a qualità complementari. Naturalmente non è obbligatorio, ma con una mescolanza di razze hai movimenti diversi, culture diverse e quindi conseguenze fisiche e tecniche diverse. C'è una maggiore possibilità di completarsi. La differenza grande che ha fatto il Brasile per quasi un secolo aveva alla base soprattutto la mescolanza delle etnie: neri, bianchi, latini, meticci, mulatti, amazzonici, creoli, bianchi europei. Decine di altri incroci lunghi più di trecento anni. 

    In sostanza il Brasile aveva tutto, l'Europa rispondeva con un unico modo di essere. Una differenza che è stata oggi annullata dall'arrivo potente degli africani e dai figli dei migranti. Infatti oggi vince l'Europa.

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