
Baggio e Mazzone: "Un puro, se doveva mandarti a fan***o lo faceva. Avrei dato la vita per lui"
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MAZZONE ULTIMO BALUARDO DI UN CALCIO PASSIONALE - "Sul fatto dell'allenatore possiamo stare a discutere... A me interessava la persona che è stata. Io ho un ricordo meraviglioso di Carletto per com'era. Era un puro, se doveva mandarti a fanculo non te lo mandava a dire. Però era sempre diretto, non era una persona che diceva una cosa e poi ne faceva un'altra. Per cui solo per questo lo rispettavo e avrei dato la vita per lui. Mi dava consigli? Ci confrontavamo, magari mi chiedeva alcune cose e io dicevo la mia, ma non avevo la ragione certa. E lui era felice di questo, prendeva le sue decisioni".
A BRESCIA IL PERIODO PIU' SERENO E IN CUI SI E' PIU' DIVERTITO - "Sì perché chiudo con l'Inter, c'era spareggio a Verona per andare in Champions. Faccio due goal e lascio l'Inter in Champions. E poi mi svincolavo ed ero senza squadra. Volevo giocare vicino a casa, avevo ormai 33 anni e volevo stare vicino alla mia famiglia, non avevo più voglia di andare in giro. Per cui dico voglio giocare vicino a casa, il messaggio era chiaro ed era soprattutto per il Vicenza: ho iniziato lì e sarebbe stato bello chiudere lì. Mi alleno tutta l'estate da solo, nel campo in cui ho iniziato i primi passi. Mi alleno con il mio preparatore sperando che arrivi una chiamata. Cosa che non è successa. In settembre arriva questa chiamata di Carletto (Mazzone, ndr) che mi chiede se volevo andare con lui al Brescia. E io dissi di sì, perché volevo andare ai Mondiali del 2002 in Giappone".
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Credo non sia mai esistito in Italia un giocatore così universalmente amato come Roby Baggio .