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  • Bresciamania:| Tutta colpa di Iachini?

    Bresciamania:| Tutta colpa di Iachini?

    Il tanto invocato cambio della guardia, via Iachini ed ecco Beretta, è giunto nella giornata di ieri. Una giornata caratterizzata dalla lunga riunione fiume che ha portato poi alla decisione da parte del presidente Gino Corioni di sollevare dall'incarico di allenatore Beppe Iachini e affidare la panchina a Mario Beretta, con il compito di riportare il Brescia in zone di classifica meno pericolose e conseguire a fine stagione una tranquilla salvezza. Dunque termina l'era Iachini dopo quindici giornate di serie A condite da tre vittorie, tre pareggi e ben nove sconfitte. Ma siamo sicuri che sia stata tutta colpa dell'allenatore? Forse no.

    L'amarezza espressa dalla dirigenza non rende merito totale al lavoro dell'allenatore, ricordiamo, artefice della promozione in serie A. Una promozione inseguita da cinque anni con uomini molto più navigati di Iachini in panchina: basti pensare che prima del tecnico di Ascoli Piceno si erano seduti, senza trovare fortuna, i vari Somma, Cavasin, Sonetti, Cosmi e il maestro Zeman. Come sempre capita in questi casi, è l'allenatore a pagare a caro prezzo i risultati negativi della squadra, senza contare il come e il perchè questi maturano. Nel caso specifico del Brescia, alcune ipotesi si potrebbero anche abbozzare.

    La risalita in serie A premetteva che il campionato sarebbe stato lungo e arduo, difficile per una neo promossa, come copione recita da sempre. Il mercato ha regalato a Beppe Iachini poche pedine di esperienza e caratura, tra le quali Zebina (tra le altre cose giunto infortunato), Diamanti, Sereni ed Eder, oltre alla scommessa greca Konè. Per il resto si è deciso di puntare sul gruppo che aveva conseguito la promozione l'anno precedente, forse osando troppo su quelle che fossero le reali potenzialità della rosa. Al di la delle prime tre gare di campionato dove il Brescia ha di fatto ottenuto più di quello che ha realmente meritato, le altre partite hanno messo in mostra una squadra che in certi ruoli e in certe posizioni del campo aveva delle lacune.

    In particolare a centrocampo è mancato un uomo d'ordine, e in attacco, oltre a Caracciolo, nessuno è in grado di mettere la palla in rete. Eder è bravo, indubbiamente, ma manca di esperienza, mentre Diamanti, per squalifica e per infortunio, ha dovuto saltare troppe gare lasciando senza fantasia la squadra. E in difesa? Evidente è il fatto che manchi la copertura degli esterni. Terzini, per dirla alla vecchia maniera, che sappiano fare le due fasi: quella difensiva e quella offensiva. Il mix di tutto ciò ha portato Iachini a dover modellare la squadra, provando anche a variare modulo in più di un'occasione.

    Comunque si guardi la vicenda che ha portato al suo esonero, pare chiaro che i demeriti non siano tutti dell'ormai ex allenatore: qualcosa da attribuire alla società c'è eccome. Qualche colpa indubbiamente l'ha avuta, ma non tutte. Ma come sempre in questi casi, il male minore è cacciare l'allenatore, perchè gennaio è ancora troppo distante mentre le tre giornate di campionato assai troppo vicine, e perdere altro terreno sarebbe davvero deleterio. Grazie comunque a Beppe Iachini e in bocca al lupo a Mario Beretta.

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