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  • Cassano: 'Devo chiedere scusa a Capello. Quelle serate a Roma con Guardiola...'

    Cassano: 'Devo chiedere scusa a Capello. Quelle serate a Roma con Guardiola...'

    Il rapporto con Capello e l'avventura al Real Madrid e non solo: "Quelle notti a Roma con Guardiola...". Parla a tutto campo Antonio Cassano, l'ex attaccante si racconta in una lunga diretta icon Pierluigi Pardo nella quale ha confessato soprattutto alcuni ricordi delle esperienze a Roma e Madrid, concentrandosi su due grandi allenatori che lo hanno guidato, Fabio Capello e Pep Guardiola. Quest'ultimo, conosciuto come compagno di squadra a Roma: "Pep è un amico, un'estate ero a Monaco per un torneo e mentre cenavo mi sento chiamare più volte. Era lui che voleva salutarmi e voleva che raccontassi a tutti di quello che facevamo la sera a Roma. Pep è stato un giocatore fantastico ed è un grandissimo allenatore, anche quando eravamo compagni parlava sempre di calcio. La sua grande forza è quella di riuscire a convincere i top player a seguire la sua idea di calcio, è l'unico che ha il carisma per farlo. I miei piatti preferiti? La gricia, l'amatriciana e la carbonara. Ecco perché a Roma ero in quelle condizioni".

    IDOLO - Né Capello né Guardiola però, l'allenatore preferito di Cassano è un altro: "Il Loco Bielsa è il mio idolo: se un giorno diventerò direttore sportivo, farò di tutto per portarlo nella mia squadra".

    SCUSE A CAPELLO - Cassano torna poi sull'esperienza al Real Madrid, non nascondendo il rammarico per quanto fatto con Capello: "Con Capello feci una delle migliori preparazioni della mia vita, arrivando a perdere dieci chili. Le prime due partite mi fece giocare titolare, poi mi lasciò a riposo la terza giornata e io mi arrabbiai con lui. Devo chiedere scusa al mister, a distanza di tempo mi rendo conto di dover fare mea culpa per tutto quello che gli ho fatto passare. Quella squadra era piena di fenomeni: c'era Beckham, che oltre che un grandissimo calciatore è una grandissima persona. Era un personaggio conosciuto in tutto il mondo, una vera rock star, ma rimaneva sempre umile. Devo però dire che io ero più bello di lui, anche se di poco (ride ndr). Avevamo uno degli attaccanti più forti del mondo come Van Nistelrooy che faceva la riserva a Ronaldo. Il Fenomeno era una cosa fuori dal mondo".

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