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  • Inter, c'è chi crolla sotto gli allenamenti di Conte: da Sensi a Nainggolan, cosa cambia

    Inter, c'è chi crolla sotto gli allenamenti di Conte: da Sensi a Nainggolan, cosa cambia

    • Pasquale Guarro
    Gli allenamenti di Antonio Conte sono durissimi e all’Inter c’è chi non regge l’urto. Questione di fisico, ma anche di età e di energie. Ci sono calciatori che vanno gestiti e altri che invece possono contare su un DNA tarato per gli sforzi che chiede il tecnico salentino. Insomma, non tutti sono uguali, ma finora l’ex ct non ha mai voluto fare distinzioni. Allenamenti e schede uguali per tutti: stessi standard, stesso ritmo, stessi chilometri da percorrere. Chi ce la fa resta in gruppo, chi cade rimane indietro.

    IL PRIVILEGIATO - Stefano Sensi ne sa qualcosa, anzi, forse proprio l’ex Sassuolo potrebbe fare da apripista verso una nuova filosofia. Sì, perché il centrocampista è stato il primo a godere ti un trattamento “privilegiato”, visto che ormai  da qualche settimana, per lui, sono previsti allenamenti personalizzati. Al momento Sensi rimane l’unico a poter contare su un piano di lavoro costruito su di lui, ma non è il solo a soffrire certi carichi. L’anno scorso era stata la volta di Godin, ma anche Vidal e Nainggolan non stanno trovando vita facile. L’idea della società in merito è molto chiara: meglio avere a disposizione calciatori per un tempo limitato, con la possibilità di incidere con 45 minuti fatti bene, rispetto all’avere calciatori in tribuna per qualche mese (Sensi), o condizionati dalla fatica (Nainggolan). 

    NINJA DELUSO - Il “Ninja” è tra i delusi di questo avvio di stagione. L’ex giallorosso sembrava destinato a una maglia da titolare contro il Parma (gara che ha preceduto il match di Champions contro il Real) ma Conte ha cambiato idea all’ultimo, lasciando ancora una volta l’ex giallorosso fuori dai giochi, salvo chiamarlo in causa al 33’ del secondo tempo. Una scelta che ha urtato la sensibilità del centrocampista belga, che sta offrendo il massimo sforzo per restare al passo, ma senza ottenere in cambio grandi chance. Perché giocare poco è già frustrante di suo per un calciatore qualsiasi, figuriamoci per un calciatore di Conte, che durante la settimana è chiamato a sudare parecchio.

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