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  • Medel, la classe operaia va in paradiso

    Medel, la classe operaia va in paradiso

    Nell’Inter sgangherata ha rischiato di affondare, vincolato com’era a svolgere obblighi ben lontani dalla sua natura. Medel nel cuore del centrocampo nerazzurro ha fatto increspare molti nasi, perché grinta, cuore e passione, difficilmente vanno di pari passo al gioco ragionato, ingegnoso e pulito. La manovra laboriosa mostrata dai nerazzurri nel corso della passata stagione, unita al ritmo da passeggiata al parco, che la squadra esprimeva settimanalmente, ha prodotto e individuato colpevoli, evidentemente senza dispensare equamente i torti: la responsabilità non era del solo Medel, inizia ad essere più chiaro solo adesso. 
     
    VOGLIO TROVARE UN SENSO - Le mastodontiche menomazioni del cileno appaiono improvvisamente atomizzate, sparite non appena l’identità ha iniziato a vestire la squadra nerazzurra, prima sprovvista di volto e animo. Nell’Inter battagliera impostata e voluta da Roberto Mancini, Gary Medel ricopre un ruolo fondamentale, le sue doti iniziano finalmente a trovare un senso concreto, un concetto di logica mirato ad un obiettivo ben chiaro: rompere il gioco avversario, correre più degli altri, offrire sempre un valido sostegno ai propri compagni. Idee di gioco che possono produrre favori o dissensi, ma che se portano al successo, devono obbligatoriamente essere definite vincenti. Lo insegna la storia del calcio, ad alzare le Coppe non c’è solo il Barcellona. 
     
    ALLA CONQUISTA DI SAN SIRO - Capita che il calcio, come la moda, faccia tendenza. Ci sono gli anni dei pantaloni a  zampa e quelli dei jeans attillati. Le epoche del catenaccio e quelle del tiki taka. Il calcio concreto - dopo il dominio Barça” sta riprendendo piede e giocatori come Medel tornano di moda. Come una giacca dismessa, comoda ma lasciata da parte in favore di un agghindo più trendy. L’efficacia e la robustezza del centrocampista sudamericano hanno convinto molti tifosi, non tutti. Rimane da dissuadere ancora la sponda dei diffidenti, quella degli esteti del calcio, che in tempi non sospetti avevano bollato l’ex Cardiff come un bidone autentificato. Sarà dura perché è sempre complicato ammettere errori di valutazione. Ma resistergli è faticoso, come certi amori clandestini: il cuore batte, il sangue scorre, e mentre noi ci interroghiamo, il Pittbull ha già conquistato San Siro.

    Pasquale Guarro 


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