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  • Jacobelli: Juve scatenata, Napoli implacabile, Mazzarri appeso a un filo

    Jacobelli: Juve scatenata, Napoli implacabile, Mazzarri appeso a un filo

    Nulla succede mai per caso. Per questo era destino che, nel giorno del quarantesimo compleanno di Alessandro Del Piero, la sua Juve gli rendesse omaggio con una straripante dimostrazione di forza, quel 7-0 che ha spazzato via senza pietà il Parma  di Donadoni, appena rinfrancato dal successo sull'Inter e mai sconfitto così pesantemente in serie A nell'arco della sua storia. 
    Doppio Llorente, Lichsteiner, doppio Tevez, doppio Morata: come un uragano, la capolista si è abbattuta sugli emiliani. Una straripante dimostrazione di forza, impreziosita dal fantastico gol di Tevez, l'erede della maglia N.10 di Alex, il cui slalom di 60 metri palla al piede, saltando i difensori del Parma come birilli, è già consegnato alla storia di questo campionato. 
    Carlitos, in Italia di nuovo capocannoniere assieme a Callejon, ha riconquistato dopo tre anni la sua Nazionale. In Argentina dove hanno subito accostato questa meraviglia all'indimenticabile serpentina di Maradona che stese l'Inghilterra al mondiale dell'86. Da trentun anni i bianconeri (7 vittorie su 7 in casa, cui si aggiungono i due successi interni in Champions; 37 gare ufficiali allo Stadium senza sconfitte) non vincevano per 7-0 una gara di campionato: il loro è stato un messaggio fortissimo alla concorrenza. 
    A cominciare dalla Roma che in serata ha subito risposto ai rivali liquidando perentoriamente un Toro ancora rintronato dallo scivolone di Helsinki che aveva mandato su tutte le furie Ventura. 
    Nella bagarre per il terzo posto, irrompe e si stacca il Napoli, all’ottavo risultato utile consecutivo, alla terza partita senza prendere gol: il colpo di Firenze è magistrale, la firma è celebre. Non perdona Gonzalo Higuain, al sesto centro in questo campionato, terminale di una grande squadra che, malauguratamente, ha perso Insigne per un serio infortunio. Il talento napoletano salta la Nazionale: a proposito, dei 44 giocatori scesi in campo nei posticipi di ieri sera, solo 11 erano italiani, solo 2 Under 30: Darmian e Ranocchia. Il lavoro di Conte si fa sempre più duro. Intanto, l'Inter ha visto le streghe con il Verona, ma un doppio Icardi e il pararigori Handanovic hanno puntellato la panchina di Mazzarri, di professione precario. Anche se il vertice odierno prenanunciato da Thohir non promette nulla di buono: il tecncionè appeso a un filo.
    La sosta della serie A per la Nazionale (Italia-Croazia è già lo spartiacque della qualificazione agli Europei 2016) fotografa un torneo spaccato in tre tronconi. Le duellanti per il titolo, la grande ammucchiata per il terzo posto e la zona Europa League, la bagarre sul fondo dove sugli scudi c'è il Chievo di Maran che, ritrovato Pellissier dopo l'ostracismo di Corini, ha conquistato tre punti punti di fondamentale importanza. Insieme con i veneti, domenica di gloria per il bell'Empoli di Sarri, capace di interrompere la corsa della Lazio stesa da Barba, 21 anni e Maccarone, 35 anni, simboli del mix di gioventù e di esperienza grazie al quale i toscani inseguono la salvezza. Sul fondo, la lotta è senza esclusione di colpi. E mancano ancora 27 partite. Eppure, mai come quest'anno sono in tanti a rischiare la serie B.
    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com
     

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