
La Procura Figc indaga sulla Lazio, quella di Avellino sul laboratorio: doppia inchiesta sul caos tamponi
IL CASO TORINO - Segnalazione che, secondo quanto sospettano gli inquirenti della FIGC, non sarebbe arrivata dalla Lazio in occasione delle positività rilevate da Synlab alla vigilia delle partite di Champions League contro Bruges e Zenit San Pietroburgo, tanto che i calciatori in questione avrebbero continuato ad allenarsi regolarmente a Formello e avrebbero partecipato addirittura alla partita contro il Torino di domenica scorsa. Lotito ha sempre smentito e negato ogni violazione del protocollo concordato con la FIGC, in virtù del fatto che gli esami svolti alla Diagnostica Futura di Avellino - centro abilitato dalla FIGC e utilizzato anche da altre società come Salernitana, Perugia e Frosinone - avessero dato sempre esiti negativi sui calciatori biancocelesti. E a seguire con particolare attenzione gli sviluppi della vicenda c'è il Torino, che potrebbe chiedere la vittoria a tavolino sulla Lazio qualora fossero riscontrate violazioni nel comportamento tenuto dalla Lazio.
L'INCHIESTA DI AVELLINO - Sul fronte penale, il procuratore aggiunto di Avellino Enzo D'Onofrio ha deciso invece di vederci chiaro sull'effettuazione dei tamponi svolti sul gruppo squadra della Lazio e, dopo aver acquisito i referti medici e altri documenti, comprendere se siano state commesse delle irregolarità. Secondo quanto riferisce Il Corriere dello Sport, l'ipotesi di reato per il responsabile del centro diagnostico irpino, Walter Taccone, è di falso. Al momento, nessun soggetto è stato inserito nel registro degli indagati, ma col passare delle ore molte delle certezze sbandierate dalla Lazio sono venute meno e la doppia inchiesta sportivo-ordinaria rischia di complicare e non poco i piani del patron Lotito.