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    Milan brutto e irriconoscibile, ma primo a pari punti con l'Inter: record di Leao

    Milan brutto e irriconoscibile, ma primo a pari punti con l'Inter: record di Leao

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Un piccolo e brutto 1-0, firmato da Leao, per chiudere con un successo una settimana incominciata malissimo nel derby e proseguita con un insufficiente pareggio contro il Newcastle. Irriconoscibile come la sua terza maglia rosa, il Milan però non riesce a fare di più come punteggio e soprattutto di meglio come gioco, tenendo in vita il Verona fino all'ultimo dei 6 minuti di recupero. Giusto, ripensando alle occasioni avute nel finale con Pulisc e Musah, ma sofferto per l'eccessivo spazio concesso agli avversari, il successo dei rossoneri lascia così intatti gli ultimi dubbi sollevati sul valore dei nuovi acquisti in generale e sulla concretezza dell'attacco in particolare, troppo dipendente dalla forma di Giroud. A poco serve, infatti, il maxi turnover di Pioli, completato da cinque sostituzioni nella ripresa, come a poco serve l’incitamento dei fedelissimi in tribuna che prima della partita cantano a gran voce "Giovanni Lodetti, Giovanni Lodetti", per ricordare il campione rossonero degli anni Sessanta, scomparso venerdì, che vinse tutto nel grande Milan di Rocco. 

    CAPITAN LEAO - La partita incomincia con mezz'ora di ritardo per colpa della bomba d'acqua che si è abbattuta su Milano inzuppando qua e là il terreno di San Siro, ma il Milan recupera in fretta il tempo perduto nell'attesa e dopo 8' è già in vantaggio. La colpa del Verona è quella di perdere un pallone in mezzo al campo e il merito dei rossoneri è quello di intercettarlo con Pulisic e Giroud, il cui tocco libera Leao che onora la nuova fascia di capitano volando alla sua maniera sulla sinistra, con il diagonale vincente che supera prima Dawidowicz e poi il portiere Montipò. Terzo gol consecutivo in campionato, un record per lui. 

    SALVA SPORTIELLO - Quando si sblocca presto lo 0-0, secondo una legge del calcio poi dovrebbe essere tutto più facile. Stavolta, però, non è così per il Milan eccessivamente rivoltato da Pioli nel modulo e negli uomini. Ecco infatti un nuovo 3-4-3 con sei giocatori cambiati rispetto agli undici inizialmente in campo contro il Newcastle. A parte la scontata presenza di Sportiello, al posto dell'infortunato Maignan, ci sono tre difensori centrali con Kjaer tra la T2 Thiaw-Tomori ma soprattutto, in assenza di Theo Hernandez, ci sono due inediti esterni in mezzo al campo, Musah e Florenzi, ai lati di Krunic e Reijnders, mentre la linea dei tre attaccanti è quella di inizio campionato con il titolarissimo Giroud affiancato da Pulisic e Leao. Tutto chiaro in teoria, ma molto meno nella pratica. Il Milan, infatti, giochicchia con troppi passaggetti laterali in mezzo al campo senza tirare più in porta e così rischia di subire il pareggio quando Folorunsho di testa devia da pochi passi e soltanto i riflessi di Sportiello, che alza sopra la traversa, salvano l'1-0. 

    PRESSIONE VERONA - Baroni capisce che il Diavolo è meno brutto di quello che aveva incominciato la partita e dopo l'intervallo inserisce Bonazzoli al posto di Faraoni per pungere di più in attacco. La mossa sembra indovinata perché il nuovo centravanti impegna subito Sportiello che per la verità non deve compiere un'altra prodezza per bloccare la sua conclusine centrale. Basta questo segnale, però, a conferma della crescente pressione del Verona, per indurre Pioli a cambiare qualcosa nel tentativo di svegliare il Milan. Fuori i punti fermi Krunic e Giroud, si rivedono Loftus-Cheek in mezzo al campo e soprattutto l'ultimo acquisto Jovic nel ruolo di primo attaccante. Sarà un caso ma subito dopo i rossoneri si rendono pericolosi per la seconda volta con un gran tiro di Pulisic, deviato molto bene da Montipò. 

    STAFFETTA ITALIANA - E allora ecco gli altri cambi di Pioli che cerca in tutti i modi di rinfrescare la squadra, pensando anche al prossimo impegno di mercoledì a Cagliari. La staffetta più suggestiva è quella tutta italiana tra il veterano Florenzi e il diciassettenne Bartesaghi, all'esordio in serie A. In attesa di conoscere il futuro di quest'ultimo prodotto del settore giovanile rossonero, c'è spazio nel finale anche per Pobega e Okafor rispettivamente al posto di Pulisic e Leao, ma l'ultimo acuto rossonero è firmato da Musah che arriva in corsa e si vede negare il raddoppio da Montipò. E siccome il Verona non ha più né la forza né la lucidità per pareggiare, basta e avanza questo piccolo e brutto 1-0 per addormentarsi di nuovo con gli stessi punti dell'Inter. 
     

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