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  • Milan, Ibra è un mercenario

    Milan, Ibra è un mercenario

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Arriva o non arriva? E se arriva, perché si fa aspettare così tanto? Prima ancora di sapere se davvero riuscirà a risollevare il Milan, scuotendo un gruppo troppo fragile perché troppo giovane, i tifosi rossoneri si interrogano con ansia sul futuro immediato di Zlatan Ibrahimovic. Gennaio si avvicina e il tempo stringe, anche perché lo svedese dovrebbe tornare ad allenarsi, in generale per ritrovare la migliore condizione dopo aver chiuso la sua esperienza in America, in particolare per conoscere sul campo i suoi nuovi compagni. 

    Proprio questa grande incertezza suscita però altri dubbi, legati al presunto amore di Ibrahimovic per il Milan e soprattutto al reale interesse ad accettare le offerte presentate da Boban e Maldini al suo procuratore Raiola. Visto che nessuno può smentire questo incontro, avvenuto a casa Milan, l'unica certezza è il desiderio della società rossonera di ingaggiare Ibrahimovic. E "ingaggiare" è il verbo chiave, visto che i 2 milioni offerti per sei mesi, che in realtà sarebbero meno di 5 perché il campionato finisce il 24 maggio, non sono considerati un ingaggio sufficiente dal giocatore e da Raiola. Ibrahimovic vorrebbe un milione in più, o meglio ancora un contratto ancora più lungo, con altri milioni in aggiunta. Insomma una questione di vil denaro, che non può escludere un calcolato gioco al rialzo per strappare un ingaggio ancora più alto da un'altra società. 

    A questo punto, però, ferme restando le sue qualità tecniche e caratteriali, è evidente che Ibrahimovic pensa soltanto al suo conto in banca, infischiandosene dell'interesse concreto del Milan e dell'entusiasmo della stragrande maggioranza dei tifosi rossoneri, che non vedono l'ora di tornare ad applaudire i suoi gol, nel nostalgico ricordo dell'ultimo scudetto del sempre più lontano 2011. Peccato, perché non sarà certo qualche un milione in più o in meno a cambiare il futuro extracalcistico del campione. E siccome Ibrahimovic sa benissimo che questo Milan non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che aveva lasciato a malincuore per andare a Parigi, non può essere la differenza che passa tra Pirlo e Calhanoglu a farlo riflettere così a lungo. Anzi, proprio il fatto di diventare il nuovo grande protagonista, atteso come un Messia dovrebbe stimolarlo. Anche per questo, se avesse accettato subito le proposte di Boban e Maldini si sarebbe guadagnato anche la stima di chi mette in dubbio la sua perfetta efficienza fisica. 

    A questo punto, quindi, tutto può succedere, perché il tempo che passa non gioca a favore di nessuno. E allora, con queste premesse, se alla fine Ibrahimovic arriverà, non si potrà certo dire che la sua è stata una scelta d'amore, né tantomeno una scelta di vita, bensì la scelta di un freddo mercenario in assenza di alternative migliori. Perché l'unica scelta d'amore è quella dei tifosi che non vedono l'ora che finisca nel migliore dei modi questa specie di telenovela. In attesa di sapere che cosa farà Ibrahimovic nel Milan. Ma questo, per adesso, è un altro discorso. 

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