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    Ancora Conte: "Non posso vivere di miracoli e non di programmazione. Dovrò parlare con De Laurentiis"

    Ancora Conte: "Non posso vivere di miracoli e non di programmazione. Dovrò parlare con De Laurentiis"

    Antonio Conte è un fiume in piena: "Non vivo di miracoli, serve programmazione seria. E non posso mettere il mio fondoschiena per essere abusato. Parlerò con De Laurentiis".

    Il tecnico del Napoli parla a ruota libera dopo la vittoria sul Monza in campionato. Non solo le dichiarazioni a DAZN, che fanno da eco a quelle della vigilia, l'allenatore azzurro è poi intervenuto in conferenza stampa e ha rincarato ulteriormente la dose.

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    DIREBBE NUOVAMENTE CIO' CHE HA DETTO IERI? - "Iniziamo a parlare della partita, che è meglio. Le gambe pesano, specialmente adesso che lottiamo per qualcosa di inaspettato e inimmaginabile. A inizio anno chi avrebbe detto che il Napoli avrebbe combattuto con l'Inter per il primo posto? Probabilmente sarebbe stato internato. Però ci deve far capire che stiamo andando veramente oltre tutti i limiti. E ogni domenica aggiungiamo difficoltà su difficoltà, vedi l'ultimo infortunio capitato a Neres. Juan Jesus ha finito il campionato che stava sostituendo benissimo Buongiorno. Sono contento però per Rafa Marin, la sua serietà ora paga meritatamente. I punti ora pesano, in casa il pubblico ci trascina mentre fuori casa non vincevamo da un bel po'. Oggi abbiamo vinto e sono anche contento del fatto che la squadra è stata sempre dentro la partita, un sinonimo di grande maturità. Molti calciatori stanno lottando per la prima volta per un testa a testa, un one to one che può snervare e togliere energie. Ma non energie fisiche, ma mentali. Per il resto io a Napoli sto bene, mi sono integrato benissimo con la mia famiglia. C'è sole, si mangia benissimo, la gente è accogliente e il popolo napoletano mi emozionano. Questo come vita privata. Ma io non posso fermarmi solo lì. Io porto con me una responsabilità e voi siete i primi a darmela dicendo che se c'è Conte si vince. Siccome mi date responsabilità io non voglio deludere i tifosi. Non voglio mettermi a capo di situazioni che non devono essere un miracolo, ma frutto della programmazione. Ho stima e affetto per il presidente. Mi hanno chiesto una mano e gliela do una mano, ma mi sono reso conto che il tifoso napoletano non si accontenta che ti piace la pizza, il mandolino. Il tifoso del Napoli vuole vincere e se non vince diventa anche cattivo, altrimenti sarà un gioco al massacro e io di essere massacrato non ho voglia. Ci parleremo. Gli introiti sono tornati a Napoli, è tornata la Champions, la cessione di Kvaratskhelia ha aiutato. L’aiuto che mi ha chiesto, gliel’ho ridato tutto con gli interessi. Al popolo e a De Laurentiis. In maniera serena finiremo il campionato cercando di vincerlo, perché questi ragazzi se lo meritano. Si ammazzano per il Napoli. Ci riusciremo? Non ci riusciremo? Non lo so, dopodiché si deciderà che bisogna fare. In maniera serena. Lui vuole che lo chiami Aurelio, lo chiamerò sempre presidente. Gli voglio bene, ho rispetto per lui. Però anche io voglio rispetto. Ieri ci sono stati sciacallaggi e avvoltoi, lo sciacallaggio di ieri non mi è piaciuto, hanno fatto trasmissioni anche su temi che c’entrano zero. Devo proteggermi. Se posso proteggermi, mi proteggerò, altrimenti sarà stato un grandissimo viaggio insieme. Non posso mettere il mio fondoschiena lì pronto per essere abusato".

    Ancora Conte:

    TESTA A TESTA CON L'INTER: COSA SERVE AL NAPOLI PER ARRIVARE FINO IN FONDO - "Serve continuare a crederci e un po' di fortuna. Purtroppo la sorte con noi da gennaio in poi si è accanita in maniera importante. Ma ci crediamo, i calciatori nella difficoltà sono encomiabili. Nelle difficoltà stiamo creando una base importante. Vedere tutto questo pubblico che ci supporta e sogna con noi ci emoziona. Ma a me dà enormi responsabilità".

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