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  • Nella notte di Vidal a Torino c'è anche un incontro con Pogba in un ristorante brasiliano

    Nella notte di Vidal a Torino c'è anche un incontro con Pogba in un ristorante brasiliano

    Su Repubblica, Maurizio Crosetti riscostruisce il post partita di Juventus-Bayern Monaco, nella notte di Torino. Protagonisti, alcuni giocatori del Bayern, con in testa l'ex Juve Arturo Vidal, e lo juventino Paul Pogba. Di seguito l'articolo di Crosetti: 

    Arturo, il polpo Paul, spade di carne alla brace e caipirinhe: i tempi supplementari di Juve-Bayern, la madeleine di Arturo Vidal. Tutto comincia con un parrucchiere di Nichelino (non è Broadway, ma ha una scontrosa grazia). Lui è l’artista della cresta, nel senso dei capelli. Lui è il Michelangelo che da anni scolpisce Vidal.
     
    Martedì, al parrucchiere scappa la storia della festa: Arturo vedrà un bel po’ di amici in un locale dopo la partita, dice a un’amica, ha organizzato il campione. Lo scopre anche la Bild. E qui bisogna immaginare quel film con Totò e Peppino che vanno al tabarin, e al paese poi li vedono in televisione.

    Dunque, i giocatori del Bayern strapazzano ben bene la Juve, pur lasciando a metà il lavoro, e rientrati in albergo mangiano qualcosa con mogli e amici. Poi, bacio della buonanotte e ognuno nel proprio hotel. Ma verso le due e mezza, i taxi aspettano fuori dall’albergo Principi di Piemonte: ci salgono Ribery, Rafinha, Alaba, Douglas Costa, Thiago Alcantara, Coman e naturalmente la cresta di Arturo Vidal, tutti imbacuccati nelle tute blu con i cappucci alzati. Destinazione “Copacabana”, ristorante brasiliano con musica e ballerine dove molti giocatori della Juve e del Toro trascorrono qualche serata in spensieratezza. Si va a Mirafiori Sud, periferia estrema. Quattro salti e qualche bicchiere.

    Ed eccoli, infatti, in questo ritrovo di vecchi amici, tra “Torino Bitumi” e la Caffetteria Fantasy. Il portone di ferro nero si apre dopo che, da dentro, qualcuno guarda nella finestrella di vetro scuro per sapere chi è. Alle finestre, inferriate doppie. La titolare, brasiliana, si chiama Jocely e nega: «Nessuna festa, il martedì siamo pure chiusi. Chi ha messo in giro la voce è un incauto».

    Ma su Facebook già circolava la foto della maglia autografata di Rafinha, l’aveva postata una cameriera, tutto è pubblico e contemporaneo nell’epoca dei social. E poi che male c’è? A una cert’ora arriva pure Pogba e per un poco giocano tutti nella stessa squadra, forse a Guardiola non dispiacerebbe. Il polpo Paul viene qui ogni tanto a mangiarsi una quintalata di carne alla brace, insieme alla donna che più ama e che non sposerà mai.

    Il più contento è Arturo, che a Monaco fa il monaco (quasi) mentre a Torino si divertiva parecchio. Questa, però, non è una notte sfrenata. Il locale è specializzato in addii al celibato e/o al nubilato, la galleria fotografica è castigata ma quella vera è appesa ai muri, dove le magliette dei calciatori stanno lì a significare l’appartenenza, questo è un pezzo di Brasile nella città del servosterzo.

    Qui, cinque anni fa, Ronaldinho venne a celebrare il compleanno e una doppietta alla Juve: suonò il surdo, che sarebbe un tamburo, fino alle quattro di mattina. Nelle teche di cristallo sono incorniciati trofei che si chiamano Diego, Tiago, Sissoko, Pinga, Heriberto, Zalayeta. «I ragazzi sono tutti nostri amici», dice Jocely, «qui si balla da vent’anni, prima stavamo da un’altra parte ma eravamo sempre noi. Arturo è un povero ragazzo perseguitato dai pettegoli, ed è una gran brava persona. Qui si fa musica vera, ogni tanto vengono anche Thiago Motta e Felipe Melo. Venerdì ci sarà un’esibizione di Sertanejo Universitario con Joao, Marcio e Fabiano, non mi dica che non li conosce».

    Tra i tavoli si smette di mangiare solo quando non se ne può proprio più, è la regola del churrasco: quando giri il disco rosso, il cameriere se ne va. In campo, quelli del Bayern si erano fermati a metà, ora invece arrivano alla fine. Arturo è contento, contro la Juve ha giocato ottimamente, gli serviva questo angolo di Mirafiori per rifiorire.

    L’altra notte, l’amico di Jocely ha semplicemente sentito nostalgia, nessuno scandalo, e per una manciata di ore ha portato i compagni dove è stato bene. E quando è arrivato il polpo Paul, lui e Arturo si sono abbracciati come dopo una finale giocata con la stessa maglia.
     
    (Per la cronaca, Pogba stavolta era solo, senza la donna che non sposerà mai e che di solito lo accompagna ovunque. La adora. Si chiama Yeo. È la sua mamma).

     

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