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    Romamania, nulla per cui esaltarsi: Juric coraggioso con Cristante e Pellegrini, ma questa Roma mette malinconia

    Romamania, nulla per cui esaltarsi: Juric coraggioso con Cristante e Pellegrini, ma questa Roma mette malinconia

    • Alessandro Austini
    Poche occasioni create e concesse, un'altra vittoria striminzita dopo quella sulla Dinamo Kiev ma pur sempre una vittoria, la speranza che quello toccato a Firenze fosse davvero il fondo da cui risalire pian piano. La Roma di Juric non ha nulla per cui esaltarsi - leggendo la classifica l'effetto è esattamente il contrario - ma il segnale di vita arrivato con il Torino non era scontato. E prolunga, almeno fino a Verona la permanenza del tecnico croato sulla panchina, in questo strano gioco del destino che lo metterà subito di fronte un'altra sua ex squadra.

    Giovedì sera nell'Olimpico non più soldout, ma comunque pieno e meno ostile del previsto, è andata in campo una squadra impaurita, però anche compatta e volenterosa. I più solidi continuano a essere Svilar e Ndicka, mentre Dybala ha finalmente regalato la sua prima perla stagionale, confermando che più lo si tiene vicino all'area di rigore avversaria e meglio è. Interessante la coppia Kone-Le Fee in mezzo al campo, Pisilli è ormai un titolare, stavolta ha invece deluso Baldanzi e forse meritava di giocare qualche minuto il desaparecido Soulè. Ci sta che l'argentino resti fuori dopo un avvio di stagione senza acuti, ma il talento del ragazzo non può essere del tutto trascurato, anche per proteggere l'ingente investimento fatto su di lui in estate.

    Poche volte si è vista una Roma con così pochi centimetri come quella che ha affrontato il Torino e mentre le assenze di Dobvyk ed Hermoso erano obbligate e la bocciatura di Hummels non fa più notizia, la scelta "tenica" (Juric dixit) di tenere fuori Cristante e Pellegrini non è stata banale.

    Soprattutto dopo i litigi tra allenatore e spogliatoio, confermati davanti ai microfoni. È come se il tecnico si fosse allineato ai tifosi, che continuano a fischiare i due senatori romanisti non appena mettono piede in campo. Gli stessi tifosi che vorrebbero un altro allenatore in panchina, non tanto perché si speri davvero di rimettere in piedi la stagione facendosi guidare da chissà chi, ma per vedere un segnale di vita da parte della società sempre più assente.

    Per adesso si continua a navigare a vista, senza un obiettivo concreto da inseguire e con la sensazione netta di doversi trascinare lentamente in una stagione che non ha molto da regalare. È appena iniziato novembre eppure l'atmosfera è già quella di un finale malinconico di campionato. Di quelli che da queste parti si sono ripetuti sin troppe volte. 

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