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    Sampmania: la vittima sacrificale

    Sampmania: la vittima sacrificale

    • Lorenzo Montaldo
    Mentre guardavo la partita della Sampdoria sono rimasto veramente interdetto. Non nell'accezione più negativa del termine, semplicemente non so cosa pensare della squadra vista allo Juventus Stadium.

    Mi spiego meglio, cercando di tradurre in parole i pensieri che mi sono circolati in testa per tutti e 90 i minuti. Questa squadra, per certi versi, è la stessa che ci ha esaltato nel derby. O meglio, è la metà esatta di quella formazione. Giampaolo di fatto ha tenuto invariato un solo reparto, la difesa. Che scricchiola in maniera preoccupante.

    La serata non era delle migliori per valutare la retroguardia, va detto. Higuain si muove come un serpente, Mandzukic farebbe a sportellate anche con un carro armato, e probabilmente lo ammaccherebbe pure. Ad ammirare Cuadrado, si potrebbe pensare ad una ripresa accelerata, un 'avanti veloce' come nelle vecchie videocassatte. Marchisio gioca con un'eleganza innata che è intrisa in ogni fibra del suo corpo, e Pjanic mette il pallone sempre dove vuole. In sostanza, la Juve è proprio forte: sai che scoperta. E inevitabilmente Skriniar, Regini, Sala, persino lo stesso Silvestre contro giocatori di questo calibro sbandano paurosamente. Servirebbe almeno un altro uomo di esperienza nel reparto, ma questa è una vecchia storia. 

    Ma torniamo ai miei dubbi, ammesso e non concesso che interessino a qualcuno. Giampaolo ha optato per il turn over massiccio: fuori Torreira, Linetty, Bruno Fernandes, Quagliarella e Muriel, dentro Cigarini, Praet, Ricky Alvarez, Budimir e Schick. La scelta dell'alternanza, considerate le 3 partite in 8 giorni, posso capirla. Così come mi può star bene pensare che forse, tra giocare con il sangue agli occhi a Torino contro una Juve ferita o provare a fare la partita domenica con l'Inter, il mister blucerchiato abbia deciso di intraprendere la seconda via. 

    Mi chiedo però se sia stato giusto affrontare la trasferta infrasettimanale con questa percezione latente da vittima sacrificale designata e rassegnata. Parliamoci chiaro, la sensazione di rilassatezza e tranquillità dopo aver evitato la trappolona del derby era tangibile in questi giorni. Con i quattro ceffoni rimediati dai bianconeri, però, si rischia di minare quella benefica e piacevole risacca da derby che ha fatto le fortune dei vincitori della Stracittadina negli ultimi anni.

    Proviamo a tenere quanto di buono abbiamo visto a Torino. Schick che trova il primo gol in Serie A - le qualità le ha, eccome - e un Praet tirato a lucido e in gran spolvero. Il belga il posto da titolare se lo sta ritagliando centimetro dopo centimetro, il messaggio probabilmente è arrivato a chi di dovere. Di positivo c'è anche che domenica si torna a Marassi, per la prima in casa dopo il 2-1 ai cugini. Altro clima, altra partita, altra convinzione. Ma l'augurio, che è anche una speranza, è quello di non fare mai più la vittima sacrificale. E' davvero frustrante.

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